Censurata e costretta a fuggire dal suo Paese per aver messo in discussione l’uso del velo islamico e la poligamia


I suoi libri di chiara matrice femminista furono oggetto di censura e le costarono non poche ripercussioni nella vita: compromise il posto di redattore-capo in un giornale sanitario, fu allontanata dal suo incarico presso il ministero della sanità, venne incarcerata e fu costretta a fuggire dall’Egitto dopo aver ricevuto minacce di morte.

Queste sono solo alcune delle conseguenze che ebbero le parole dell’attivista egiziana Nawal El-Saadawi, mancata ieri a Il Cairo a 89 anni dopo una lunga malattia. La scrittrice egiziana era nota nel panorama arabo per le sue idee ribelli: in due suoi libri che fecero più scalpore – All’inizio c’era la donna e La donna e il sesso – El-Saadawi ha osato infrangere alcuni tabù esprimendo contrarietà alla poligamia, alle mutilazioni genitali, all’uso del velo islamico, alle disparità tra uomo e donna.


Ha raggiunto anche l’Italia

In Italia, di recente, Fandango Libri ha pubblicato altri due libri dell’autrice: nel 2019 uscì la traduzione di Memorie di una donna medico e nel 2020 L’amore ai tempi del petrolio. In entrambi si respira aria di riscatto da un sistema arabo che danneggia o rende fantasmi le donne. Al centro infatti a muovere le scene sono personaggi femminili emancipati come la stessa El-Saadawi, psichiatra, oltre che scrittrice e attivista.

La stessa casa editrice Fandango, ieri, in un post su Facebook la ricorda così: “Apprendiamo con molta tristezza che oggi muore dopo una lunga malattia Nawal el-Sa’daw, una delle figure intellettuali più importanti dell’emancipazione delle donne nel mondo arabo, femminista egiziana di fama internazionale, scrittrice, attivista e psichiatra. Ciao Nawal”.


Il successo oltre confine

Se i suoi libri hanno ricevuto tanto odio e condanna nel mondo arabo, al di fuori riscossero invece grande successo: L’amore ai tempi del petrolio, ad esempio, pubblicato per la prima volta nel 2001 a Il Cairo, è stato oggetto di censura nel suo Paese, mentre raggiungendo Londra è stato tradotto in più di 20 lingue.

Ma per quale ragione le sue opere e la sua personalità ebbero così successo? Perchè i suoi messaggi erano senza confini: “La contrarietà alle donne è universale e non riguarda solo il mondo arabo – ha scritto l’autrice -. Penso al fronte cristiano, ai cosiddetti ‘valori della famiglia’ con doppio standard; e poi il radicamento dell’idea di verginità obbligatoria, i cosiddetti ‘delitti d’onore’, le mistificazioni culturali, le violenze fisiche e psicologiche”.


La sua storia viene studiata nelle università

Come ricorda Fandango Libri, Nawal “ha combattuto fin dall’infanzia una battaglia contro l’emarginazione sociale, contro il sistema politico, contro il pensiero retrogrado e contro le indicibili violenze perpetrate contro le donne”.

A un soffio dai 90 anni, oggi possiamo dire che la vita di El-Saadawi fu vissuta davvero appieno, ma ora che la scrittrice ribelle ci ha lasciato non ci resta che approfondire la sua figura attraverso i suoi scritti disponibili in oltre trenta lingue, tra tutti le sue opere autobiografiche intitolate: Una figlia di Iside e Memorie di una dottoressa. Nelle università del mondo lo stanno già facendo.