Un occhio femminile per ridisegnare fedelmente l’antico poema omerico e scoprire i valori (nascosti fino ad ora) delle donne


Chi non conosce l’Odissea, il poema omerico che ha incantato per secoli e secoli, generazioni e generazioni, Stati e popoli che hanno abitato il mondo? Al centro c’è lui, Odisseo (o Ulisse) e attorno il mare, innumerevoli viaggi, in balia degli dèi e (anche) delle donne.

Che siano creature umane o mitologiche, le donne hanno sempre avuto una chiave in mano per aprire o chiudere portoni, soffi per cambiare la rotta di un destino, per aiutare o intralciare il cammino verso la meta, il posto nel mondo dell’eroe greco. Tuttavia, quelle stesse donne non hanno mai avuto la possibilità di raccontarci il loro punto di vista.


E’ l’ora di far sentire la propria voce

E’ proprio per questo che Marilù Oliva, scrittrice e docente di lettere, ha voluto rendere gloria e giusta considerazione ad alcune figure femminili che hanno preso parte a una delle opere epiche più conosciute e amate al mondo. Se da una parte troviamo creature che hanno dato filo da torcere a Odisseo, dall’altra ci sono donne di grande valore e virtù, che potremmo anche definire eroine: Penelope lo è stata a suo modo come Atena, Circe, Calipso e le altre.

Me ne sto qui in disparte e lo spio, ricevendo di nuovo la conferma di una cocente verità: non sarò mai la prima, non sono nemmeno seconda e terza. Sono soltanto il ponte tra una sfida e l’altra

Se in passato Odisseo ha avuto modo di farsi valere al lettore come viaggiatore alla costante ricerca di se stesso, le voci femminili qui hanno la possibilità di raccontarsi in prima persona nei loro tratti più caratterizzanti, permettendoci di comprendere come anche nell’antica Grecia si sia sviluppata l’idea di una donna proto-femminista, che sia emancipata, un’eroina per l’epoca. E tutto dimostra come gli esempi di valore non siano solo a vocazione maschile.


La storia fedele in un linguaggio semplice e moderno

Con una narrazione coinvolgente, una prosa semplice e un’attenzione lessicale che mantenesse vive l’arcaicità e la musicalità originali, l’autrice ci restituisce un’opera fedele nei contenuti, ma con un occhio femminile e un taglio moderno.

Attraverso nove capitoli, Marilù Oliva dà voce alle donne che hanno conosciuto Odisseo, dando giustizia ed equilibrio alla storia: l’innamorata Calipso, la sapiente Atena, le fameliche Sirene; Circe, la manipolatrice, Euriclea, la schiava e, per concludere, Penelope, che, oltre ad aver sfruttato la propria pazienza fino allo sfinimento, non ha mancato di utilizzare la propria intelligenza.

Ho giocato d’astuzia per tanti anni, rimandando, intrecciando, scomponendo, sorridendo talvolta. […] Ho lottato con le unghie e con le zanne, ma quelle della mente. […] Intessuto di giorno, disfatto di notte. Con la determinazione di chi sa che c’è in gioco il potere, il regno su un’isola, il sogno di un amore, la solidità di una famiglia

Infine, cosa ci regala questa rivisitazione? Una prospettiva completa e una “telecamera” in più per poter vedere a 360° ciò che Omero ha inciso nell’eternità: come abbiamo imparato a conoscere Ulisse nel suo essere migrante, attraverso i suoi pregi e i suoi difetti, nella gioia e nel dolore, ora abbiamo tutte le carte per comprendere anche le donne (umane o dee) che popolano l’Odissea. E conoscere l’intero poema omerico dal cromosoma X al cromosoma Y.


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