Seconda puntata della rubrica dedicata alla scoperta del futuro dell’editoria con l’intelligenza artificiale
Proseguiamo il nostro viaggio nel futuro dell’editoria, con la rubrica Conversazioni con l’intelligenza artificiale. Nella puntata precedente (la trovi qui) abbiamo chiesto a ChatGPT una previsione su come cambieranno i libri tra dieci o vent’anni e ne sono nate delle riflessioni interessanti. Questa volta ci focalizziamo sulla figura dello scrittore per comprendere se, con il tempo, verrà sostituita dalla stessa intelligenza artificiale.
Innanzitutto, bisogna premettere che gli assistenti di scrittura intelligenti, come ChatGPT appunto, sono già in grado di suggerire trame, di scrivere dialoghi, racconti e – bisogna essere realisti – con il tempo, la sua attività può solo che migliorare e diventare capace di svolgere compiti sempre più complessi. Il futuro, pertanto, non sembra così distante.
L’intelligenza artificiale: «Cambierà il ruolo degli scrittori»
Pur riconoscendo la difficoltà nel fare previsioni certe in un mondo in continua evoluzione, ChatGPT avanza alcune ipotesi che non sembrano catastrofiche. «Gli scrittori come li intendiamo oggi probabilmente esisteranno ancora – considera – ma il loro ruolo evolverà. Non sarà tanto una questione di sparire, ma di adattarsi e di integrare le nuove tecnologie nel loro lavoro, mantenendo però la centralità della scrittura come forma di espressione e come mezzo di esplorazione della condizione umana».
Secondo l’intelligenza artificiale, il ruolo dello scrittore si espanderebbe abbracciando nuovi formati, tecniche e collaborazioni creative, ma senza perdere la sua essenza di narratore, artista e riflessivo osservatore del mondo.
«L’intelligenza artificiale potrebbe diventare una compagna di scrittura – aggiunge – potrebbe suggerire trame, aiutare con il flusso di lavoro o persino generare idee creative su cui gli scrittori potrebbero poi costruire storie. Ciò permetterebbe di esplorare infinite possibilità narrative, senza perdere il controllo e rimanendo comunque gli autori che dirigono il progetto».
Come si creeranno le storie interattive
Come svelato nella precedente puntata, i libri nel futuro sembrerebbero evolversi in una forma interattiva che li avvicina ai videogiochi. In questa direzione, ChatGPT ritiene che l’intelligenza artificiale potrebbe essere utilizzata proprio come supporto nella realizzazione di libri interattivi, in cui il lettore, attraverso le sue scelte, contribuisce a definire la storia.
«Gli scrittori potrebbero utilizzare nuove tecnologie per arricchire le loro opere, integrando realtà aumentata, virtuale o esperienze interattive nelle storie. In questo caso, non solo scriveranno testi, ma creeranno mondi interattivi ed esperienze immersive. Saranno più simili ad architetti di storie che progettano spazi narrativi tridimensionali, dove i lettori possono interagire con il contenuto in modo attivo».
In tutto questo, gli autori potrebbero lavorare a stretto contatto con designer, esperti di realtà virtuale e programmatori: un lavoro di gruppo che, combinando testi, immagini, suoni, interazioni reali, potranno creare un prodotto multimediale coinvolgente e molto stimolante.
«La scrittura tradizionale tuttavia – osserva ChatGPT – nel futuro non penso si estinguerà. Potrebbe diventare ancora più preziosa come forma d’arte e mezzo per esplorare profondamente la psicologia umana, le emozioni, e la cultura, elementi che potrebbero risultare difficili da replicare in un contesto interattivo o immersivo, almeno nel breve periodo».
Quando avverrà il cambiamento?
A questo punto cerchiamo di capire quanto tempo ci vorrà per vedere nel concreto questi cambiamenti. Secondo ChatGPT, l’intelligenza artificiale potrebbe diventare una compagna di scrittura molto più sofisticata entro cinque o dieci anni, mentre la creazione completamente autonoma di libri interattivi avanzati potrebbe richiedere anche quindici o vent’anni. Sia per capacità che per accettazione da parte del mercato editoriale».
Per concludere, ChatGPT ritiene che «sebbene la figura dello scrittore possa evolversi e adattarsi alle nuove tecnologie, molto probabilmente continueremo ad avere autori che scrivono con una voce umana, magari in modi diversi rispetto a quelli che conosciamo oggi».
Inoltre, «anche se le tecnologie cambieranno la natura del libro e l’esperienza di lettura – conclude ChatGPT – ci sarà sempre bisogno di chi preserva, cura e diffonde la letteratura. In questo contesto, gli scrittori tradizionali potrebbero diventare dei custodi della narrazione classica e della scrittura di qualità. Continueranno a scrivere libri che riflettono i valori umani, le esperienze quotidiane e le grandi riflessioni filosofiche e sociali che non dipendono dalla tecnologia ma dalla capacità di esprimere la condizione umana».
Articolo a cura di Sara Erriu
Le immagini presenti in questo articolo sono realizzate con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale