Cromorama,
come il colore ha cambiato il nostro sguardo
di Riccardo Falcinelli
“Cromorama” si può definire un saggio completo, un percorso naturale e stimolante alla ricerca della più genuina essenza del colore, un universo che si snoda tra storia, percezioni e scienza, a dimostrazione del fatto che ogni connotazione cromatica porta con sè un messaggio, comunica, condiziona.
Cromorama, come il colore ha cambiato il nostro sguardo di Riccardo Falcinelli, edito da Einaudi, a prima vista può spaventare per la sua imponente stazza, ma vi assicuro che le 450 pagine di cui è composto l’intero volume rappresentano solo una fatica illusoria. Le pagine sono spesse, il font di buone dimensioni, l’aspetto estetico impeccabile per rendere la lettura densa di significato leggera come una galletta di riso soffiato.
Suddiviso in quattro parti, ognuna deputata ad una specifica tematica, Cromorama affronta, in maniera flessibile e interdisciplinare, un fenomeno totalmente affascinante e vasto che per molti rimane sconosciuto, relegato ad una ristretta nicchia di curiosi ed esperti.
L’importanza del colore… perchè siamo continuamente immersi in una realtà a colori!
Molto spesso studi e riflessioni sul colore rimangono relegati ad una condizione di superficialità, assieme all’estetica e alla grafica, linguaggi unici e particolari, che oggi più che mai sono inestricabili alla quotidianità, alla nostra psicologia, alla società.
Il pensiero comune ritiene che il colore non abbia elementi profondi che meritano di essere analizzati, non esiste nulla di più sbagliato: il colore è un mezzo tanto bello quanto pericoloso, in grado di allettarci, ma anche influenzarci e condizionarci, rivelando una natura tutta a sè, che deve essere scoperta e diffusa. Il colore è il riflesso della società, è razionalità ed emozione, regola e caos insieme, è uno e tutto, divisibile e indivisibile, mistero e verità.
In materia esistono studi psicologici, filosofici, artistici, ma anche scientifici che hanno motivazioni e determinati obiettivi. Cromorama svela ogni dubbio, ogni sfumatura dei colori, a livello teorico e pragmatico, in un percorso sorprendente e unico.
Cromorama è una fonte di verità…
Attraverso un percorso naturale, per nulla forzato, di immagini ed esempi pratici, Riccardo Falcinelli ha raccolto analisi e credenze, teorie e storie riguardo il colore, che conducono verso un’unica direzione, alla verità.
Servendosi di elementi tratti dall’arte del cinema, del fumetto, delle fiabe, il saggio delinea una filosofia contemporanea dell’universo cromatico, che premette di comprendere meccanismi alla base della pubblicità, dell’alimentazione, dei gusti personali che hanno un fondamento, oltre che psicologico, scientifico.
Il ragionamento che il visual designer Falcinelli articola è mirato a farci comprendere la vera natura dei colori, il loro inestricabile legame con uomo e società, che finisce per cambiare il nostro sguardo, orientare il nostro occhio a filtrare la realtà attraverso una lente da chimico.
Il colore è riflesso della società…
Mai quanto oggi, con l’avvento e lo stagnamento della società delle immagini, il colore ha assunto potenti connotati, in grado di comunicare, organizzare, valorizzare o nascondere, in modo più o meno velato.
La sempre maggiore frequentazione dei linguaggi industriali, infatti, senza neppure rendercene conto, influenza la nostra percezione, standardizzando gusti e aspettative in nome della società di massa. Ma in tutto ciò bisogna considerare che…
“Credere che la responsabilità di certi pregiudizi sia colpa delle multinazionali o del consumismo sarebbe semplicistico e banale. Molto dipende da noi. Educhiamo ogni giorno milioni di bambini a mischiare il blu col giallo, e gli diciamo che quello che ottenono è il verde. Lo diciamo come fosse un fatto indiscutibile. Come se fosse sempre stato così. Come se tutti i gialli e i blu si comportassero alla stessa maniera. Sembra solo un gioco. Ma è inevitabilmente anche un modo di pensare. Stiamo spacciando una necessità tecnica ed economica per una legge che regola l’universo. Stiamo solo fornendo a quei bambini uno strumento mentale dicendo che è una verità del colore”.
Un concetto che merita di essere nominato per comprendere meglio tale fenomeno, è quello che sta alla base della nostra idea di naturalezza culinaria. Riflettendo su alcuni prodotti alimentari commercializzati in massa, ci rendiamo conto che, per essere acquistati da noi, è importante rispettino certi canoni: la maionese è bene sia gialla, il pollo e le uova scure, la carne rossa; ma ciò non è altro che una categorizzazione imposta dalla società, in quanto, se ci spostiamo geograficamente negli stati Uniti, le uova migliori vengono considerate molto chiare, come la carne del pollo, la maionese di una colorazione bianca, l’opposto viene considerato cattivo, avariato o privo di qualità. Ma bisogna considerare che…
“In natura, le nuance dei potenziali alimenti sono meno marcate di quelle a cui ci ha abituati la società industriale. Mentre in passato i coloranti venivano impiegati per vivacizzare le pietanze in maniera festosa e plateale, oggi – con paradossale ironia – coloriamo il cibo per farlo sembrare sano e naturale”.
Considerazioni finali
Concludendo, oserei definire Cromorama una sorta di opera schopenhaueriana, tesa specialmente a smascherare parti della società, in nome della consapevolezza. Tale saggio, alla stregua degli scritti del filosofo sopracitato, toglie il velo ad un elemento alquanto particolare e adattabile come l’acqua, il prodotto di identità e collettività, storia e comunicazione, simbologie e scienza: il colore.
Recensione a cura di Sara Erriu
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