Il romanzo, tra narrativa e cinema, si snoda attraverso la vita universitaria vissuta da quattro giovani, vittime di alcol, droga e sesso


La sceneggiatura d’esordio di Davide Rossi, edita Apollo Edizioni, si intreccia attraverso la vita di quattro giovani universitari che, tra droga, sesso e alcol, cercano di risolvere i propri dubbi esistenziali alla ricerca di un proprio ruolo nel mondo. Il percorso, tra cinema e letteratura, presenta il disagio che molti giovani provano di fronte a un futuro incerto, nebuloso.

L’autore

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Davide Rossi è nato il 18 gennaio 1985 ed è cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina. Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, continua a coltivare due grandi passioni che lo accompagnano fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura. La stesura di varie sceneggiature rappresenta dunque un’evoluzione naturale e una di queste, scritta a sei mani, risulta nel film “Benvenuti a casa Verdi” del 2013 (Muccapazza film). Parallelamente all’esperienza cinematografica inizia una fase di sperimentazione che l’ha portato a partecipare a diversi concorsi letterari con racconti brevi, poesie e saggi. “E alla fine c’è la vita” nasce in seguito, e dall’unione, di tutti questi percorsi.