Una riflessione sul genio della Ferrante, la cui bravura ha fatto il giro del mondo. A parlarne grandi autori come Saviano, Franzen e Lagioia


Era il 2013 quando il critico letterario James Wood recensisce per il New Yorker il primo romanzo del ciclo L’amica geniale di Elena Ferrante. Sarà da quel momento che l’autrice italiana più misteriosa di sempre supera i confini nazionali e raggiunge la fama mondiale.

Il documentario Ferrante Fever, disponibile su RaiPlay racconta proprio questo, andando a scavare nel talento e nel successo della grandissima scrittrice italiana che preferisce rimanere fuori dai riflettori e mantenere oscura la propria identità.


Stare nell’ombra è un’espressione che non mi piace. Sa di complotto… Ho preferito pubblicare i miei libri senza dovermi sentire obbligata a fare di mestiere la scrittrice. Finora non mi sono pentita

Elena Ferrante

Un’autrice misteriosa

Ferrante esiste solo nei libri: questo lo trovo una scelta elegantissima, il miracolo del suo anonimato – riflette Roberto Saviano nel documentario -. E lei continua a difendere questo suo stato in maniera molto intelligente e strategica. E’ la vittoria del contenuto sulla presentazione, sulla narrazione di sè”.

Sicuramente la leggenda di Elena Ferrante è molto influenzata dalla sua stessa assenza. La scrittrice mantiene fede alla sua scelta, non soddisfa il desiderio del mondo intero di sapere tutto e di avere, in un certo senso, il “controllo” di una persona famosa facendo propri la sua storia, i suoi sentimenti, le sue emozioni e la sua vita privata.

Negli Stati Uniti, la curiosità di sapere chi sia l’autrice “geniale” si riflette sulla traduttrice dei libri, che però non può fare altro che interpretare i suoi scritti. Il talento della scrittrice intanto viaggia per 48 Paesi, il suo pubblico è vasto e diffuso.


Scrivo per testimoniare che sono vissuta e che ho cercato una misura per me e per gli altri. L’unica possibilità è imparare a ridimensionare il proprio io a rovesciarlo nell’opera e tirarsene via, a considerare la scrittura come ciò che si separa da noi non appena è compiuta.

Elena Ferrante

Franzen: “Solo 15 giorni per leggere tutti i libri de L’amica geniale”

Il talento di Ferrante ha ammaliato anche lo scrittore statunitense Jonathan Franzen: “Stavo facendo un giro per le librerie quando ho preso in mano L’amica geniale e ne ho letto una pagina. Mi sono detto: ‘Questo può funzionare’. L’ho comprato e ho pensato: ‘Questo è un libro bello spesso, mi accompagnerà per almeno otto città”.

Ma “tre giorni dopo ho dovuto chiamare la libreria dicendo: ‘Ho bisogno del libro successivo’ – riprende Franzen -. Avevo immaginato che mi ci sarebbero voluti quattro mesi e invece mi sono bastati quindici giorni per leggere tutti e quattro i libri. Mi è rimasto un senso di tristezza, perchè sono finiti così in fretta”.

“Percepisci che Ferrante ha fatto qualcosa che negli ultimi 150 anni nessuno ha mai fatto ma che avrebbe potuto fare – riconosce Franzen -. Dopo cento pagine ho cominciato a pensare: ‘Come è possibile che nessuno abbia veramente scritto un libro sull’amicizia?’. Questo è ciò che fa un grande scrittore, ti apre gli occhi su un universo che è sempre stato lì, ma di cui nessuno si era accorto”.


Mi seduceva l’idea di un racconto che mostrasse quanto è difficile cancellarsi alla lettera dalla faccia della Terra. Poi la storia si è complicata: ho introdotto un’amica d’infanzia che facesse da testimone della vita dell’altra e mi sono resa conto che ciò che mi interessava era scavare dentro due vite femminili ricche di affinità e tuttavia divergenti.

Elena Ferrante

Lagioia: “Il mondo è consapevole della nostra letteratura, noi no”

Oltre L’amica geniale, Elena Ferrante ha realizzato altri capolavori letterari come I giorni dell’abbandono, La figlia oscura, La vita bugiarda degli adulti e una raccolta di scritti, lettere e interviste dal 1991 ad oggi. Ma – è il caso di dirlo – anche una narrazione parallela, quella intessuta dai vari lettori e studiosi, sulla personalità dell’autrice stessa.

Al di là di questo mistero, ciò che Elena Ferrante fa è rivelatore, e ce lo ricorda Nicola Lagioia: “Siamo un paese con una tradizione letteraria molto forte – afferma nel documentario Rai -. Siamo ancora una delle quattro o cinque letterature più importanti al mondo, cosa di cui il mondo è consapevole, ma l’Italia no“.


Ho scritto un libro, non è sufficiente?

Elena Ferrante


Articolo a cura di Sara Erriu