Come muteranno gli scenari americani con la presidenza di Biden? Che ruolo avrà Kamala Harris? L’analisi nel nuovo libro edito Mondadori


Chi erano Joe Biden e Kamala Harris prima di diventare rispettivamente presidente e vicepresidente degli Stati Uniti d’America? Quali momenti formativi hanno vissuto? Quali errori hanno compiuto? Quale futuro costruiranno?

Da queste domande parte il nuovo libro del giornalista e vicedirettore de Il Post Francesco Costa, autore di Questa è l’America, che abbiamo intervistato.


Come guardare la politica statunitense di oggi

“Joe Biden ebbe l’incarico da Obama per gestire l’uscita dalla crisi economica del 2008; Kamala Harris è stata a capo del sistema penale della California – svela Costa nel suo nuovo libro – Capire cosa hanno fatto Biden e Harris in passato, alla luce dei recenti moti antirazzisti e della crisi americana, ci può far comprendere meglio il presente e il futuro che ci attende“.

Una storia americana è un libro che ha più strati – ci racconta l’autore – sono convinto che il modo migliore per capire il presente e provare a immaginare il futuro sia ragionare su quello che è successo prima. Non si tratta di un’autobiografia, ma all’interno del libro sono contenuti aneddoti ed episodi che hanno segnato le vite di Joe Biden e Kamala Harris. E poi c’è il racconto del contesto americano con il suo sistema sanitario e la giustizia penale”.


Non è una sorpresa

Come abbiamo già avuto modo di comprendere in Questa è l’America, vicende anche gravi che prendono corpo negli Stati Uniti non ci devono sorprendere del tutto: “Anche le cose più sorprendenti che accadono negli Stati Uniti non succedono per caso – ci spiega Francesco Costa – Vicende così gravi si verificano perchè si è creato un contesto prima che ha reso possibile il fatto eclatante”. Nel suo libro, infatti, il giornalista conduce il lettore a interrogarsi, a farsi critico sulle cose che accadono, analizzando le cause che le scatenano.

La gestione della pandemia che ha messo a dura prova tutto il mondo si aggiunge ai tasselli che suggeriscono un’America ben distante dal tanto acclamato sogno americano, ma molti altri episodi, come quanto successo a Capitol Hill o a George Floyd ci svelano il volto oscuro, violento dell’America. “Gli Stati Uniti non hanno dato una gran prova – osserva Francesco Costa -. La decisione dell’amministrazione Trump di delegare ai singoli Stati la gestione della pandemia ha ottenuto 50 approcci diversi che hanno comportato dei dati disastrosi”.

“Ma soprattutto – evidenzia Costa – la colpa più grande dell’amministrazione Trump è stata quella di diffondere disinformazione sul virus, ovvero dire agli americani che non dovevano preoccuparsi. Chi aveva il Covid ma non manifestava grossi sintomi, ad esempio, poteva andare a lavorare. Il tutto ha generato una serie di informazioni false e pericolose a cui inevitabilmente molti americani hanno creduto. Questo ha prodotto nella popolazione molti comportamenti irresponsabili”.


Inviato a distanza

A causa dello stesso Covid-19, Francesco Costa, giornalista inviato, ha dovuto seguire a distanza gli ultimi fatti americani: “Sono andato negli Stati Uniti a febbraio per seguire le primarie del partito democratico e sono riuscito a tornare in Italia poco prima che scoppiasse la pandemia – specifica il vicedirettore de Il Post – Avevo in programma di tornare, ma non è stato possibile perchè, benchè avessi un visto giornalistico, a un certo punto l’amministrazione Trump ha bloccato gli ingressi a tutti. Così da febbraio non sono più andato negli Stati Uniti, seguendo dall’Italia la campagna elettorale”.

Se chiediamo quando è iniziata l’avventura di Francesco Costa in America, la sua risposta è limpida: “Quando ho iniziato a fare il giornalista erano i mesi in cui Barack Obama si stava candidando nel partito democratico. Era una storia giornalisticamente molto appassionante perchè Obama era considerato semi-sconosciuto, afroamericano, e con un nome strano (Hussein) – racconta il giornalista – Ma anche la serie tv West Wing, molto bella, ha avuto un impatto forte. In quel periodo, poi, dopo essere andato via di casa avevo molto più tempo per leggere, studiare, essere curioso sul mondo, immaginare una strada. E così, un po’ per caso, mi sono appassionato agli Stati Uniti”.


Nuovi strumenti per capire il mondo

Le analisi giornalistiche realizzate da Francesco Costa, oltre essere conservate in due libri attualissimi, sono pubblicate in pillole su altri strumenti per lui efficaci: in un podcast – che ha preso avvio nel 2016 – e in una newsletter (nata nel 2015) chiamati “Da Costa a Costa”, finanziati dagli stessi lettori. “L’attività giornalistica prescinde un po’ dai mezzi che si usano – ci tiene a dire il giornalista – E’ un approccio alle cose, è un’attività di indagine della realtà e dei fatti, la cui divulgazione può avvenire in modi diversi”.

Gli strumenti si adattano al nostro contesto e alla nostra società – spiega Costa -. I podcast secondo me possono canalizzare l’attenzione in modo molto più facile perchè non ci sono distrazioni, non ci sono commenti, e viene riprodotto direttamente nelle orecchie di chi ascolta. La casella di posta, inoltre, è un posto molto intimo. Quindi credo siano adatti entrambi per il nostro contesto storico”.


Una chiave per prevedere il futuro

Concludiamo con qualche anticipazione. Come vedremo cambiare l’America con la presidenza di Biden? “Sicuramente cambieranno i toni. Non vedremo più maltrattare i Paesi alleati e invece corteggiare le peggiori dittature del mondo, dalla Corea del Nord alla Russia, alla Turchia”.

Vedremo un presidente interessato a un’Europa unita – Trump era apertamente un tifoso della Brexit -, un presidente che vuole rafforzare la Nato e non indebolirla. Non dobbiamo pensare però che cambi tutto, come i rapporti (tesi) con la Cina. Ci sono infatti scenari e contesti che prescindono da Trump o Biden, che tendono agli interessi statunitensi” conclude Costa.