L’opera autobiografica si fa matura e si arricchisce di elementi e un finale nuovi


“Accogliere la realtà anche quando ci pone di fronte a verdetti terribili”. E’ questo il grande insegnamento che offre ai suoi lettori Fai bei sogni, il bestseller scritto ormai 10 anni fa da Massimo Gramellini. Una lettura che non sente il peso degli anni, ma anzi, matura con una nuova edizione arricchita da un finale da riscoprire e da altri episodi significativi.

“Ricordo che dieci anni fa non vedevamo l’ora di trovare questo titolo in libreria – racconta Stefano Mauri, presidente del gruppo Gems durante un’intervista su IlLibraio -. Sapevamo che questa uscita avrebbe portato qualcosa di fragoroso. Io sono stato il primo a dire, in occasione della sua presentazione, che sarebbe stato un libro da un milione di copie ma nessuno voleva crederci. Questo perchè Fai bei sogni è un libro speciale: come diceva Lucio Dalla, ‘sono i libri che leggono te’ e questo è uno di quelli”.

Questo romanzo autobiografico, edito Longanesi, si può definire come un percorso interiore teso ad attraversare il dolore e a superare il senso di abbandono causato dalla morte della madre quando l’autore aveva solo nove anni. Ma è molto di più, abbraccia anche altri vuoti che si possono creare nelle varie fasi della vita. Non è un caso se il romanzo ha superato il milione di copie vendite e continua a essere letto con interesse.

Il romanzo di formazione si sviluppa tra l’infanzia e l’età adulta e offre una chiave per affrontare il timore di vivere dopo un periodo di perdita. Un libro che aiuta a superare l’inadeguatezza e a ripensare la vita che va vissuta con pienezza.

In occasione di questo decimo anniversario, Fai bei sogni cresce: nella nuova edizione Gramellini ha preso coscienza di nuovi elementi intimi, episodi che vanno a scavare maggiormente nelle sue sofferenze e a dare linfa alla lettura. In tutto questo anche il nuovo finale ha un ruolo principe.

Da questa storia è nato anche un film nel 2016, diretto da Marco Bellocchio e interpretato da Valerio Mastandrea, Barbara Ronchi e Bérénice Bejo.