I leoni di Sicilia è la storia di un sogno imprenditoriale partito a fine Settecento dal sud Italia e durato più di un secolo


Da una piccola bottega di spezie a un impero multigenerazionale. I leoni di Sicilia (Nord, 2019) di Stefania Auci è il primo capitolo della saga dei Florio. Un successo imprenditoriale che si fonde con quello letterario, in nome della memoria storica.

Il romanzo conta un milione di copie vendute e raggiunge addirittura l’estero: sono quaranta i Paesi – Stati Uniti, Germania, Francia, Olanda, per citarne alcuni – che possono leggere la traduzione de I leoni di Sicilia. Un’entusiasmo che si riflette anche nella trasposizione seriale visibile su Disney+.


I leoni di Sicilia: una storia di coraggio, ambizione e sacrifici

La storia cominciata da Paolo e Ignazio Florio nel 1799, con il trasferimento da Bagnara Calabra a Palermo, appassiona fin da subito. A legare i due fratelli il bisogno di sicurezza e quello di trovare il proprio posto nel mondo. Un’aspirazione che mette in moto una forza straordinaria che non può lasciare indifferenti.

A distinguere Paolo e Ignazio è il loro spirito irrequieto, determinato e ambizioso. Entrambi non si fermano ai confini del visibile, guardano lontano, molto lontano. E’ per questo che durante la loro carriera lavorativa non si impegnano solo a rendere la loro bottega la migliore di Palermo, ma presto avviano anche il commercio di zolfo, diventano padroni di terreni e case, formano la loro compagnia di navigazione.

Tutto con un’esperienza che guarda all’estero e un grande fiuto per gli affari, che li farà brillare agli occhi degli invidiosi e dei nobili palermitani che non riescono a governare le loro proprietà. Nulla si rivela però facile: le nuove sfide sono sempre dietro l’angolo, come le minacce.


Ora è diverso. Hanno cominciato a sparlarci dietro perchè… Apri bene le orecchie, Vince’: c’invidiano. Gli facciamo rabbia e paura, e la rabbia brucia. E allora sono i soldi che guadagni che gli devi sbattere in faccia, perchè sono la misura del loro fallimento


Nemmeno la morte dei due fondatori ferma l’impero Florio: la loro eredità passa nelle mani degli eredi. Feste sfarzose, viaggi per mare, imprese dalla rapida ascesa: questi gli ingredienti che caratterizzano per anni le generazioni dei “leoni di Sicilia”, fin quando tutto non finisce per consumarsi come una candela (ma questa è un’altra storia, quella che si può sfogliare nel sequel, L’inverno dei leoni della stessa Auci).


I leoni di Sicilia: non solo imprenditoria ma anche amori e passioni (proibite)

Il successo purtroppo ha un costo. Il piacere della lettura de I leoni di Sicilia è sicuramente favorito anche dall’intreccio di storie personali e amorose che animano il romanzo tra lo storico e il familiare. Relazioni approvate si mescolano con passioni irrefrenabili, doveri con rimpianti, impegno lavorativo con quello famigliare, regalando un quadro mai banale e sempre emozionante.

Da menzionare la potenza delle figure femminili nel romanzo. Nonostante le donne non prendano mai le redini dell’impero Florio – anzi spesso siano presenze ingombranti in attesa dell’erede maschio -, non passano mai in secondo piano: si dimostrano l’energia che muove gli uomini, compagne di vita e abili organizzatrici che, stando al loro posto, fanno guadagnare maggiore gloria ai mariti. Non a caso, sulle copertine di entrambi i volumi della saga a emergere sono proprio le figure femminili.

Giulia Portalupi, Giovanna d’Ondes Trigona, Franca poi, saranno le donne che, non solo con la loro bellezza, ma soprattutto con la loro intelligenza, devono imparare ad adattarsi al ruolo che impone il nome acquisito con il matrimonio, anche a costo di molte rinunce (e sofferenze).


Lo stile: ricco di dettagli d’atmosfera, ma sempre scorrevole e piacevole

A impreziosire il romanzo i risvolti storici che fanno rivivere anche i periodi antecedenti la nascita d’Italia. Ogni capitolo contiene pillole di storia di quegli anni, elementi che vanno a influenzare le imprese dei Florio. Tumulti cittadini, epidemie, malcontenti degli operai non possono che intrecciarsi con la storia della famiglia che ha donato alla Sicilia fama internazionale.

Il tutto condito con uno stile ricco di dettagli, ma sempre semplice, scorrevole e piacevole. Il successo del romanzo di Auci risiede anche in questa abilità di raccontare una storia che di fatto è d’imprenditoria e commercio d’altri tempi, e saperla rendere ogni volta attrattiva e densa di pathos, oltre che accessibile. Il risultato: le oltre quattrocento pagine vengono divorate anche da chi non si può dire lettore forte.

Una caratteristica che rende I leoni di Sicilia un capolavoro della letteratura contemporanea e a guadagnarsi tutte le cinque stelle. Gloria che però il seguito non rispetta: la narrazione porta sì gli stessi elementi godibili del precedente romanzo, ma presenta una trama meno intricata e alcune ripetizioni. Tuttavia rappresenta un tassello imprescindibile per chi si è appassionato alla storia dei Florio.

Se preferisci ascoltarlo, I leoni di Sicilia è disponibile anche in versione audiolibro, letto dalla voce profonda di Ninni Bruschetta (lo trovi qui).

La recensione completa de L’inverno dei leoni è leggibile qui.

Recensione a cura di Sara Erriu