Intimità senza contatto è il protagonista dell’ottavo appuntamento della nostra rubrica “Conversazioni con l’IA”. Con questo libro la scrittrice taiwanese Lin Hsin-Hui ipotizza un futuro dominato dall’intelligenza artificiale
Immagina un futuro in cui il contatto fisico tra persone diventa proibito dall’intelligenza artificiale. Un realtà in cui nessuno può più uscire di casa: in cui la maggior parte delle necessità quotidiane, dalla spesa alle interazioni sociali, lo studio e persino il viaggio, migra nella realtà virtuale.
Non si tratta di una nuova pandemia. Ma di una ricerca secondo cui il contatto tra persone, oltre possibili germi o batteri, trasmette emozioni che vanno a minacciare la felicità di ognuno. Una sorta di contaminazione emotiva che genera infelicità diffusa.
A immaginarlo è il libro Intimità senza contatto (2025) della scrittrice taiwanese Lin Hsin-Hui e pubblicato in Italia da Add editore. Lo puoi trovare qui, insieme a un estratto.
Intimità senza contatto: un nuovo mondo senza minacce?
Tutto inizia con un videomessaggio dell’intelligenza artificiale trasmesso in presa diretta al mondo intero: “Istituiremo una nuova società: un meraviglioso mondo nuovo. D’ora in avanti, ogni forma di contatto fisico sarà vietata. Qualsiasi infrazione sarà severamente punita”.
La protagonista di Intimità senza contatto è appena un bambina quando le viene imposta questa nuova realtà, che cambierà drasticamente i suoi anni a venire. Sarà da questo momento in poi che parteciperà a un programma di ibridazione bio-sintetica, sperimentando una serie di evoluzioni fisiche. Verrà trasferita in un nuovo corpo perfetto e sincronizzata a una metà artificiale. Un corpo sempre più resistente, immortale.
Anche il mondo attorno a lei cambia: ogni esperienza fuori di casa è possibile solo con la realtà virtuale. Si può sperimentare la sensazione del mare che sfiora la pelle soltanto stimolando l’area del cervello responsabile delle sensazioni tattili. Ci si può riunire con altre persone solo attraverso luoghi creati dalla realtà virtuale e sorvegliati dall’intelligenza artificiale.
I piedi erano bagnati, la pelle appiccicaticcia, i capelli crespi, mentre un sapore amaro le riempiva il naso e la gola. Ma era il suo cervello a farla sentire così, non il suo corpo: capelli, pelle, naso e lingua non avevano subito alcun cambiamento reale
L’evoluzione della protagonista
L’autrice Lin Hsin-Hui, vincitrice di numerosi riconoscimenti tra cui il prestigioso Premio per la letteratura di Taiwan, non si limita a immaginare un ipotetico mondo del futuro dominato dall’intelligenza artificiale.
Affronta tematiche profonde e per certi versi già attuali, come la solitudine e l’isolamento alimentati dalla tecnologia. Al centro anche la questione dell’identità, la cui formazione dipende da vari fattori come i contatti sociali, qui proibiti.
Distanza significa affetto. Vi invitiamo a delegare all’assistente robotico ogni forma di contatto con i vostri bambini. La rinuncia all’abbraccio è la maniera più efficace e duratura per salvaguardare la loro vita
In questo libro grande attenzione viene riservata alla crescita e all’evoluzione della protagonista. La vediamo passare da una situazione di smarrimento da bambina – quando non comprende perché la madre non la abbracci più – fino all’età adulta in cui deve accettare la realtà di cui fa parte, prendendo consapevolezza che la sua generazione sia l’ultima a portare con sé il ricordo del genuino contatto materno.
Intimità senza contatto fa provare una serie di emozioni contrastanti. Da una parte il lettore viene mosso dalla curiosità a scoprire tutto su questo nuovo mondo, dall’altra, tra le pagine si respira un profondo senso di inquietudine.
Un libro di fantascienza che non lascia indifferenti. Che, attraverso un futuro immaginario, fa riflettere sulla società di oggi e sui rischi che potrebbe correre.
Articolo a cura di Sara Erriu
1 thought on “Il dominio dell’intelligenza artificiale, il caso di “Intimità senza contatto” di Lin Hsin-Hui”
PL ·
Personalmente è il secondo libro fantasy che leggo, non amo particolarmente il genere ma sto provando a cambiare, quando ho preso questo libro in realtà cercavo un testo di Asimov poi un articolo su Robinson mi ha forse indotto ad avere troppe aspettative sopratutto sullo stile, in generale mi è piaciuto. Personalmente credo che questo non sia solo un libro sull’IA ma come tutti i fantasy che si rispetti credo che si tratti di una metafora su una tendenza generale che sa un po di deriva sulle pseudo scienze/psicologie dove tutto è decodificabile e riportabile a un determinato ambito razionale. Il dubbio viene definito difetto, il contatto fisico come contaminazione e le emozioni come qualcosa di superfluo. Non lo so, comunque come primi approcci con il genere fantasy moderno penso di essere soddisfatto se un libro deve far riflettere l’autrice ha fatto centro.