Un romanzo in anticipo con i tempi, che spinge a superare i limiti del progresso con la ragione e un sano mix di avventura e sentimento
Il giro del mondo in 80 giorni è forse il romanzo più conosciuto e letto di Jules Verne, autore francese con una passione per i viaggi e le avventure che si riflette perfettamente nel suo fare letteratura.
Considerato da molti studiosi come il padre della fantascienza, grazie al suo interesse per la tecnologia – seppure di fine Ottocento -, le esplorazioni e il mondo geografico, Verne finisce per diventare un autore modello di classici per ragazzi, in particolare per il suo modo di raccontare la curiosità dell’uomo a spingersi sempre oltre con razionalità.
Il precursore della fantascienza
Ma procediamo per gradi. Perchè Verne viene considerato il padre della fantascienza, nonostante “Il giro del mondo in 80 giorni” e “Ventimila leghe sotto il mare” ci appaiono come romanzi di avventura? Per trovare una spiegazione è opportuno verificare gli anni in cui i romanzi dell’autore francese sono stati scritti. Dobbiamo tornare indietro al 1873, quando il progresso scientifico e tecnico non era ancora in grado di assicurare un viaggio attorno alla Terra in un tempo così ridotto, pur servendosi di veicoli più efficienti.
Storicamente, il record raggiunto dal protagonista Fogg è stato battuto solo una ventina d’anni dopo la pubblicazione de “Il giro del mondo in 80 giorni”, da una donna, una giornalista americana di nome Miss Bly, che nel 1891 è riuscita a compiere ben due giri attorno alla Terra, la prima volta in 70, la seconda in 66 giorni.
Non mancano le note romantiche
Ma se il romanzo di Verne si può definire a metà strada tra il genere fantascientifico e avventuroso, non bisogna dimenticare che “Il giro del mondo in 80 giorni” porta con sè anche una sfumatura romantica e poetica. Se infatti il signor Fogg appare un uomo dalla precisione che oggi definiremmo “svizzera” e con un carattere esternamente imperturbabile, egli non perde i suoi aspetti umani (e sentimentali): non rinuncia a salvare una donna in pericolo, non rinuncia all’amicizia e a dare le giuste ricompense ai suoi “aiutanti” (mettendo anche a repentaglio il proprio obiettivo).
Perchè continuiamo a leggere le opere di Verne?
Il pregio di questo romanzo – considerato un classico dell’infanzia – risiede in particolare nell’entusiasmo e nella curiosità che coinvolgono il lettore a compiere un viaggio (immaginario) e ai limiti del possibile attorno alla Terra. Saranno proprio l’assurdità e l’andare controcorrente a catturare il lettore e a guidarlo nelle imprese del protagonista per scoprire se, effettivamente, si possono sfidare i limiti e – perchè no – anche se stessi. In tutto questo, inoltre, a suggellare un rapporto di “amicizia” con il protagonista una serie di tratti umani e sentimentali che si intrecciano nell’avventura, che rendono il tutto estremamente reale e attuale.
Ma di cosa parla effettivamente la storia?
Tutto nasce da una scommessa in un club: la pretesa del protagonista di compiere un giro attorno alla Terra in 80 giorni. L’impresa, considerata da tutti (al di fuori del signor Fogg) assurda, sarà possibile grazie a un itinerario scandito con la precisione di un orologio, ma fondamentali saranno anche i mezzi di trasporto dell’epoca: piroscafi, carrozze, ferrovie, yacht, navi mercantili, slitte ed elefanti; per non parlare degli imprevisti che dovranno essere ridotti al minimo. Ma a colpire sarà sempre la sicurezza del protagonista, che nonostante ostacoli, personaggi che entrano in gioco e veri e propri scontri fisici, non lascia trapelare un segno di sconforto o di rassegnazione.
Infine…
Per concludere, possiamo dire che l’opera di Verne, oltre essere in anticipo con i tempi, continua a emozionare i lettori di tutte le età, con una sapienza e un’abilità che (forse) non ha eguali. Caratteristiche che lo conducono a essere definito un classico della letteratura – ma non direi solo d’infanzia – accessibile a chiunque, anche a chi si approccia per la prima volta alla lettura di un romanzo.