“Niente ripara se non ci mette a rischio”. La storia di chi è rimasto incastrato nella propria adolescenza e cerca di uscirne


Com’è che ci si ammala dentro? Ci si ammala giorno dopo giorno dopo giorno. E così si guarisce“. Con la stessa fame che Adele, la protagonista di questo romanzo di formazione, prova quotidianamente nei confronti della vita e delle persone che ama, Il grembo paterno di Chiara Gamberale si fa leggere o ascoltare nella sua versione in audiolibro.


Mi mancava la sua voce, gli scrivevo un messaggio con la parola chiave di quello che appena ci saremmo potuti sentire gli avrei detto. Oppure mi tenevo la voglia, mi tenevo il bisogno. La fame.


Una storia di opposti, come la vita

Quella di Adele è un storia carica di contraddizioni, come spesso la vita si presenta: chi nasce povero e diventa ricco non sa che farsene dei soldi, chi ha sofferto per la presenza di un’amante in famiglia finisce per diventare amante a sua volta, chi ha tanto cibo a disposizione finisce per odiarlo, chi non riesce a trovare un uomo con cui mettere su famiglia decide di “comprare” un figlio, chi vuole finalmente crescere finisce per rimanere imbrigliato nella propria adolescenza. Ma qui una morale è chiara: “Non sono le persone a essere il problema, ma la vita con i giorni tutti uguali“.

E infatti Adele nella vita dei suoi genitori non vuole rispecchiarsi: lascia il suo meridione d’infanzia per cercare un lavoro e costruirsi una vita diversa in altre città. Conosce persone nuove, passeggere o durature, ma poi torna sempre sui vecchi passi fino a quando la relazione con Nicola si intreccia con il sentimento che le ha dato suo padre, il presente con il passato: in fin dei conti l’amore è una questione educativa, “quello che ci è stato tolto quand’eravamo bambini rischia di diventare l’unica misura di quello che il mondo ci potrà offrire”.


Se quando sono nata io mi avesse guardata come guarda te, invece di sbattere la testa al muro davanti all’infermiera perchè non ero venuta fuori maschio, forse quella terza sedia oggi non sarebbe rimasta vuota


Una via di fuga

Se Il grembo paterno racchiude in sè la “nostalgia per le cose quando non sono ancora successe”, il romanzo, con lo stile unico, diretto, a tratti dolce a tratti amaro di Chiara Gamberale lascia anche un retrogusto di speranza. L’amore che Adele prova per la piccola Frida, avuta forse per un capriccio personale con un’inseminazione artificiale, finisce per offrire alla madre solitaria una via di fuga da quello stato di infinita adolescenza – o sarebbe meglio chiamarla Adelescenza -, una strada da percorrere per rivolgere tutto l’amore, anche quello paterno, alla figlia.

Quel senso di pienezza che Adele non ha mai provato cercherà di crearlo e donarlo alla piccola creatura che “le ha bussato al sangue”, dipendente in tutto e per tutto da lei. Quella femmina da sfamare che “a farmi affamare da un maschio ci ho giocato per quarant’anni”, quella bimba che non si è preoccupata di eliminare il problema della bulimia della madre, ma di metterlo a dormire in nome delle proprie esigenze.


Niente ripara se non ci mette a rischio. Di continuare a indovinare bene, indovinare male. Di inventare la vita. Imparare l’amore. E da quel giorno di fine novembre, allora, il mio nascondiglio ce l’avrei avuto anche io. Ce l’ho. E’ la nostra casa, cocorita, siamo noi


Che questa sia la volta buona per Adele di trovare il suo equilibrio non è dato saperlo, sicuramente questo sarà il primo passo per trasformare quella nostalgia in fatti concreti, per diventare la vera protagonista della sua storia: “dal vizio di dare a un maschio la parte del protagonista mica è facile liberarsi”.


L’amore come chiave per scavare dentro di sè

Con la stesura di questo romanzo, anche Chiara Gamberale torna sui suoi passi: racconta l’amore che inesorabilmente conduce a se stessi, alle proprie paure, alla propria intimità, al lettore per bussargli al cuore e alla testa.

Il suo stile narrativo quasi flusso di coscienza, che adatta le regole della punteggiatura a sè, è reso chiaro e più potente dalla voce di Elettra Mallaby che interpreta l’audiolibro de Il grembo paterno per Storytel. Dolcezza, durezza e parlata dialettale sono resi ancora più incisivi dalla sua voce magnetica che si aggrappa con forza alle pagine, fino a farle quasi sue.