Il linguaggio segreto dei fiori
di
Vanessa Diffenbaugh
Le parole, per quanto potenti, incisive possano essere, non sempre sono in grado di comunicare efficacemente. I sentimenti, le emozioni, a causa della loro intensità e la loro profondità, molto spesso non riescono ad essere esternati tramite discorsi, frasi, parole. Un sistema però, viene in nostro soccorso: il corpo. Il sorriso, il pianto, il colore del nostro viso, la tensione dei muscoli… l’insieme di tutti questi elementi manifesta il nostro sentire, le nostre emozioni, insomma comunica ciò che non siamo in grado di dire a parole.
Pur essendo naturale, comunicare con il corpo non sempre è possibile o semplice: lo sa bene il personaggio che vi propongo, Victoria, la protagonista de Il linguaggio segreto dei fiori, un romanzo davvero forte e unico.
Ma chi è Victoria?
Victoria è una ragazza fragile e insofferente, segnata da un passato fin troppo tormentato. Abbandonata nella culla, sballottata da una famiglia adottiva all’altra, ella non riesce a sentirsi libera, a essere se stessa, non sopporta il contatto fisico, non è in grado di amare. Il dolore, la sofferenza, la precarietà dei sentimenti che sono piombati e svaniti dalla sua vita, come temporali primaverili, hanno spezzato quel sottile filo che le permette di oscillare regolarmente tra la serenità e la sofferenza, hanno marchiato l’anima, la natura di Victoria.
All’età di diciotto anni, quando viene ritenuta sufficientemente grande per lasciare la struttura che si occupa delle fanciulle abbandonate a se stesse, senza genitori e senza parenti, la protagonista è costretta ad affrontare impaurita il mondo. La ragazza però, non si lascia abbattere, vuole vivere, conoscere un po’ quella realtà sconosciuta.
Pur sola, Victoria trova la forza di andare avanti, grazie a ciò che, nonostante tutto, è riuscita a portarsi dentro dalla vita passata. Una madre adottiva, Elizabeth, le ha lasciato qualcosa: il linguaggio segreto dei fiori. Proprio questa lingua le permette di sopravvivere. Quando le parole non bastano e il corpo è come paralizzato, il linguaggio dei fiori le consente di comunicare, con se stessa e con il mondo.
I fiori finiscono così per salvarla, le permettono di instaurare dei rapporti con gli altri, fino a offrirle un vero e proprio mestiere. Victoria inizia a vendere, a regalare felicità, a curare le anime delle persone con i fiori, diventa in poco tempo una richiestissima fioraia. Ma Victoria non riesce ancora a rimarginare le sue ferite. A cambiare il corso della sua vita però, ci penserà un ragazzo piuttosto enigmatico che coglierà la giovane fioraia come si coglie un fiore e riuscirà, col suo amore, a liberarla dalle catene del passato.
Consiglio il romanzo d’esordio di Vanessa Diffenbaugh perché tramite uno stile pulito, semplice, ma al tempo stesso molto emozionante, viene raccontata – passando attraverso il dolore, la sofferenza – una storia di coraggio, ma soprattutto di speranza e di amore, contrassegnata da un’incontenibile voglia di vivere.
La scrittrice, nata a San Francisco nel 1978, carica di una forza immensa le sue parole. La sua scrittura tanto semplice, quanto incisiva, riesce a prendere per mano il lettore, a trasportarlo in un viaggio fantasioso e al tempo stesso reale, a cambiarlo interiormente, a dargli la forza, ma soprattutto il coraggio di lasciarsi andare, di godersi la vita, perché il dolore e il passato non sono una trappola, non condannano per sempre, sono solo d’aiuto per donarci il coraggio e la caparbietà di trovare la felicità.
Recensione a cura di Sara Erriu
P.S. Chi volesse leggere tutta la storia di Victoria, ecco il link per l’acquisto più economico: Il linguaggio segreto dei fiori.