La città e le sue mura incerte è il nuovo romanzo di Murakami che fa viaggiare tra sogno e realtà, tra dimensioni parallele che fanno riflettere sull’identità, sui propri limiti, sulla morte
“Non distinguevo più con chiarezza il confine tra ciò che apparteneva al sogno e ciò che ne era fuori”. Haruki Murakami torna sui suoi passi con il nuovo La città e le sue mura incerte (Einaudi, 2024). Il romanzo mescola sogno e realtà, atmosfere oniriche ed enigmatiche, temi come l’identità, l’amore e i propri limiti.
Nonostante il nucleo della storia fosse già stato pubblicato nel 1980 sulla rivista letteraria Bungakukai in forma di racconto breve, il grande scrittore giapponese non è mai stato pienamente soddisfatto dell’opera, tanto da non ritenerla abbastanza matura per essere sviluppata in un romanzo. La svolta arriva quarant’anni dopo – nel 2020 – quando Murakami decide di riprendere in mano la storia e completare il libro.
Il mondo de La città e le sue mura incerte
Il romanzo, di circa 550 pagine, si apre con l’incontro tra due adolescenti: il protagonista ha diciassette anni, lei sedici. Da una serie di appuntamenti prende vita una relazione d’amore innocente che verrà troncata dalla misteriosa scomparsa della giovane.
Una separazione che il diciassettenne non accetterà mai: il ricordo di quella ragazza contrassegnerà il resto degli anni a venire. A legare il giovane innamorato all’amata sarà un’immaginaria città circondata da alte mura, luogo inventato durante le loro uscite e che dà il nome al libro. Sarà qui che ritroverà la ragazza, ma priva di ricordi.
“Per quasi un anno , tu e io legammo con lealtà i nostri cuori. E alla fine costruimmo un mondo speciale, segreto, un mondo soltanto nostro che potevamo condividere – una misteriosa città circondata da alte mura”
E misteriosa lo sarà effettivamente quella città dove le stagioni cambiano, ma dove nessuno tiene il conto delle ore che scorrono.
In questo luogo enigmatico dai confini che mutano da un’osservazione all’altra, il giovane protagonista si ritroverà immerso senza sapere come esserci entrato. La sua, tuttavia, non sarà una visita occasionale, ma una realtà “parallela” in cui vivere e lavorare come Lettore di sogni.
Sogno o realtà?
Quello che all’apparenza può sembrare solo il frutto di una fantasia adolescenziale assumerà sempre più corpo, sia vivendo effettivamente all’interno delle mura, sia dal racconto di chi vigila le entrate nella città.
Il Guardiano poco per volta svelerà al protagonista il sistema che regola quello strano mondo: dal ritmo delle stagioni alla separazione obbligata dalla propria ombra, fino alla scoperta – una volta varcata la soglia – di non poter più fuggire da quella realtà.
Murakami con La città e le sue mura incerte disorienta il lettore, lo fa immergere in due dimensioni, tenendolo con il fiato sospeso fino alla fine del romanzo, che avrà dei punti chiarificatori. Tuttavia, la conclusione lascia aperte riflessioni e ipotesi.
I temi toccati
Il romanzo non si concentra solo sul mistero della città dalle alte mura e non risulta una lettura totalmente ideale o quasi trascendentale. Si sviluppa anche sul piano reale: a Tokyo, poi a Fukushima, dove il protagonista diventa dirigente di una biblioteca. Un cambio di lavoro e luogo per cercare di entrare più in sintonia con se stesso e di alleviare la nostalgia che provoca quel continuo ricordo di lei. Ma anche nella realtà si scopre qualcosa di strano e ultraterreno.
A essere toccati, oltre i sentimenti (non solo amorosi), anche temi come l’identità, la morte, i propri limiti. La città e le sue mura incerte possono essere interpretate come simboli che richiamano la vita ultraterrena, i propri confini mentali, e occasioni per riflettere sul valore del tempo. Non di meno, Murakami, in modo sottile ci fa riflettere anche sul concetto di identità: una persona senza ricordi possiamo dire che sia la stessa?
Ad accompagnare il lettore, un linguaggio che attinge al poetico, atmosfere nebulose e un filo che percorre tutto il romanzo: la malinconia.
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Recensione a cura di Sara Erriu