L’orrore della Seconda Guerra Mondiale raccontata da uno sguardo femminile. Il libro di Serena Dandini anche in versione audiolibro


Un completo verde militare, mocassini a tacco basso, una bustina poggiata sui capelli biondi e un velo di rossetto rosso sempre sulle labbra. E’ con questo abbigliamento, accompagnato dall’immancabile Rolleiflex, che Lee Miller si spoglia della vecchia immagine di modella e musa ispiratrice per trasformarsi in una fotoreporter di guerra.

E’ lei che nel 1945 si fa ritrarre, con la sua macchina fotografica, nuda nella vasca da bagno del Führer per cercare idealmente di “lavare via tutto lo sporco di Dachau”, dopo la morte di Hitler.


Non è l’oggettività a interessarla, ma l’emozione che suscita l’immagine nell’istante in cui la vede. Osservando oggi queste fotografie, sentiamo quasi il suo cuore battere più forte e il sangue accelerare nelle vene.


Una storia portata alla luce solo qualche anno fa

Se si pensa a un’inviata di guerra è facile rivolgere lo sguardo a Oriana Fallaci, che ha saputo raccontare la terribile guerra del Vietnam con gli occhi di una giornalista, ma pochi conoscono la storia di Lee Miller. A raccontarla in La vasca del Führer (Einaudi, 2020) Serena Dandini, nota conduttrice televisiva e autrice che si è messa sulle tracce di quanto raccolto e reso pubblico, solo alcuni anni fa, dal figlio della fotoreporter americana, Antony.

“Immagino la sua meraviglia quando, anni dopo la morte della mamma, insieme alla moglie, è salito sul solaio per cercare una foto della propria infanzia da mostrare alla figlia – scrive Dandini -. Rovistando tra gli scatoloni, ha riportato alla luce come reperti archeologici di una civiltà scomparsa più di 60mila negativi, fotografie, diari, bozze e articoli, lettere d’amore e decine di ricordi. Un immenso tesoro sommerso di cui non sospettava l’esistenza”.

“Sin dalla nascita, Antony ha convissuto con una donna problematica e infelice senza mai capirne le ragioni”. Dalla sorprendente scoperta, la decisione di ricostruire meticolosamente la storia di Elizabeth Miller Penrose scrivendo libri, organizzando mostre delle sue fotografie e facendo della fattoria surrealista un luogo aperto a un pubblico appassionato. Per molti versi questa storia ricorda quella del talento di Vivian Maier, che rimase per anni relegato in alcuni scatoloni.


L’orrore della guerra sulle pagine di Vogue

Il genio e la passione di Lee Miller condussero a una rivoluzione: quella di portare per la prima volta sulle pagine di una rivista raffinata come Vogue la realtà dei bombardamenti nella Seconda Guerra Mondiale tramite immagini e articoli “profondi, accurati, diretti, a volte scioccanti, ma sempre originali e a tratti venati di ironia”.

Lee Miller immortala in decide di istantanee “le acide esplosioni nel cielo, fiamme alte come grattacieli, scatti che annientano ogni retorica e sintetizzano le conseguenze delle incursioni tedesche, immagini simboliche cariche di dolore che rappresentano l’epitaffio di un’epoca di bellezza e civiltà in frantumi“. Quelle dell’inviata di guerra si rivelano visioni artistiche, con un’attenzione ai dettagli e agli sguardi surrealisti che rendono tutto ancora “più penetrante e doloroso per chi osserva”.


Uno scatto è un attimo, un battito di ciglia che ferma un istante della nostra vita e lo consegna al futuro senza possibilità di replica


“Preferisco fare una fotografia che essere una fotografia”

Più passa il tempo e più Lee non ha rimpianti e ama la donna che è diventata, “più vera della modella sofisticata o della musa idolatrata dagli artisti. Nella nuova pelle si sente finalmente libera” anche se “il tempo trascorso a sopravvivere all’assedio dei bombardamenti e la convivenza quotidiana con la morte hanno indurito i suoi lineamenti, trasformando la luce radiosa che le illuminava il volto in un riverbero autunnale”.

La divisa si rivela utile: viene indossata come una corazza che la mette al riparo dagli uomini interessati più alla sua bellezza esteriore che alla sua brillantezza intellettuale, fattore che la portò ad avere delle relazioni amorose piuttosto complicate e poco durature. Sicuramente, a intricare il quadro anche una personalità intraprendente e attaccata alla propria autonomia.


Una storia diventata anche audiolibro

Dopo un anno di successo, le parole de La vasca del Führer sono state anche trasformate in versione audiolibro. E’ Orsetta De Rossi a interpretare la scrittura, non priva di elementi personali di Serena Dandini, per Audible. L’ascolto procede per circa 7 ore.

La voce di De Rossi è chiara, il corso della lettura lineare, un percorso alla scoperta di un personaggio eclettico, amante del rischio e della vita vissuta al massimo delle forze e delle opportunità, anche con un pizzico di fortuna.