La vita comincia venerdì (Voland) ha vinto nel 2013 il premio dell’Unione Europea per la letteratura
Bucarest, fine Ottocento. Due uomini vengono ritrovati nella neve: un ragazzo, ferito con un colpo di pistola e un uomo più grande, sui trentacinque/quarant’anni, dagli abiti stravaganti, senza barba né baffi.
È venerdì 19 dicembre 1897. Per Iulia Margulis la vita inizia quel giorno. Chi è Dan Cretu, l’uomo dai vestiti inusuali? Un pazzo o un truffatore? Costache Berescu – capo della polizia – lo sorveglia, vuole risolvere il caso: ‘Perché il ventenne è stato ucciso? C’è un nesso tra la sua morte e la comparsa in città dello sconosciuto?’
La successione
Dan Cretu ha già visto la casa del dottor Margulis, era la sua, ma adesso i ruoli sono invertiti: lui è l’ospite e il medico è l’anfitrione. È possibile che si sia risvegliato in un’altra epoca? La città è la stessa, eppure diversa, alcune strade sono cambiate, le persone sono cambiate:
“Signor Dottore, è possibile che una persona sana abbia la percezione di vivere in due mondi contemporaneamente? […] In realtà mi sono espresso male quando ho detto contemporaneamente, volevo dire che si tratta di una successione. Un mondo è terminato, e l’altro è appena cominciato”
Dentro la storia…
La vita comincia venerdì è il libro della scrittrice rumena Ioana Pârvulescu, pubblicato in Italia dalla casa editrice Voland e vincitore nel 2013 del premio dell’Unione Europea per la letteratura. Un romanzo che incuriosisce e cattura il lettore sin dalle prime pagine, intrecciando diversi generi: quello fantascientifico, il poliziesco e il genere storico.
Le caratteristiche che lo rendono interessante sono almeno tre. La prima ricorda lo stile di Lev Tolstoj in Anna Karenina, e consiste nel racconto delle vicende personali di ognuno dei personaggi, ciascuno dei quali è connesso ai fatti relativi al misterioso omicidio. In questo modo viene meno la distinzione tra personaggi principali e secondari: il lettore, arrivato a metà del libro, deve rivedere la sua capacità di valutazione perché quello che sembrava un personaggio ininfluente o di contorno, in realtà è più determinante di quanto si pensi. Chi è il protagonista? Ce n’è più di uno.
La seconda peculiarità è il passaggio dalla voce narrante in terza persona a quella in prima persona. Quest’ultima irrompe all’improvviso per diversi personaggi, destabilizzando il lettore. La terza caratteristica è il racconto quotidiano degli eventi, presentato sottoforma di diario dalla giovane Iulia, figlia del dottor Margulis.
Da notare il testo scritto dal saggista rumeno Mircea Cărtărescu e intitolato A thing of beauty. Esso riporta le impressioni dello scrittore sull’opera della Pârvulescu e compare alla fine del libro. Nell’edizione svedese del romanzo, invece, è presente all’inizio.
La scelta editoriale italiana si rivela vincente: leggerla prima di iniziare il libro priverebbe il pubblico di percepire in autonomia alcune sfumature del romanzo. Personalmente, consiglio di consultarla quando si è già addentrati nella storia, in modo da avere conferma di aver capito il filo logico, di essere, per così dire, “sulla strada giusta”.
Perché leggere La vita comincia venerdì?
Perchè il mistero da risolvere non è solo “all’interno” della storia, non riguarda esclusivamente un’identità sconosciuta e un omicidio, ma coinvolge il lettore: spetta a lui capire le connessioni tra i diversi personaggi, capire chi è l’assassino prima che il diario arrivi alla fine, il 31 dicembre 1897. Inizia la sfida. E voi, siete pronti a vincerla?
Articolo di Rossella Belardi