Una storia impossibile e clamorosa in occasione dell’invasione tedesca. Dal romanzo di Irène Némirovsky il film di Saul Dibb
Non è colpa nostra. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna esiste una sorta di Eden dove non ci sono nè morte nè guerre, dove bestie feroci e cerbiatti giocano pacificamente insieme. Dobbiamo solo ritrovare quel paradiso, chiudere gli occhi davanti a tutto il resto. Siamo un uomo e una donna. E ci amiamo
Una relazione complicata e inconsueta quella tra un soldato tedesco e una parigina durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Una storia che la scrittrice Irène Némirovsky ha iniziato a scrivere tra il 1940 e il 1941 e che è diventata poi anche la base di un film uscito nel 2015. Questo il destino di Suite francese, romanzo incompiuto e pubblicato postumo in Francia solo nel 2004 (con la regia di Saul Dibb), vincendo il Prix Renaudot e diventato con gli anni un vero e proprio bestseller.
Le vicende narrate nel film vedono una moglie sconsolata attendere, assieme a una suocera piuttosto fredda e autoritaria, le notizie del marito prigioniero. Nel frattempo, arrivano i primi mesi dell’occupazione tedesca in Francia, i soldati tedeschi finiscono per prendere alloggio nelle case degli abitanti della piccola città di Bussy: nell’abitazione di Lucile andrà un ufficiale. Prima i due non si rivolgeranno nemmeno la parola, nonostante l’uomo sia gentile, poi tra i due le distanze finiscono per assottigliarsi sempre più. Nascerà quindi un forte sentimento messo costantemente alla prova dalla guerra. In Suite francese forte la speranza dell’autrice di far trionfare l’amore nel male.
Un’opera incompiuta, la deportazione di Némirovsky
Purtroppo l’opera rimarrà incompiuta proprio a causa della guerra: Irène Némirovsky ebrea, nata a Kiev che aveva fatto della Francia la sua patria, è stata poi deportata ad Auschwitz nel 1942, dove troverà la morte. La versione che conosciamo oggi di Suite francese è composta dalle prime due parti, ma avrebbe dovuto contarne cinque. I fogli scritti sono stati ritrovati dalla figlia dell’autrice che decise di pubblicarli.
La prima parte, intitolata Tempesta in giugno racconta la fuga in massa dei parigini alla vigilia dell’arrivo dei tedeschi, la seconda – Dolce -, si concentra sulla passione che lega la “sposa di guerra” a un ufficiale tedesco. La pubblicazione, a sessant’anni di distanza, di Suite francese, riunisce le due parti.
La guerra con una nota romantica
L’adattamento cinematografico racchiude l’orrore della guerra – con i doveri dei soldati – e la tenerezza dell’amore; propone una visione che finisce per trovare, accanto alla paura dell’invasione, una nota romantica salvifica. Il sentimento tra i due “avversari” in guerra farà piuttosto scalpore in paese, ribalterà la reputazione di Lucile ma rappresenterà anche la via di salvezza in molte occasioni, un compromesso non trascurabile.
Accanto alla storia amorosa, il racconto di come le vite degli abitanti rimasti in un piccolo paese francese – soprattutto donne e pochi uomini non adatti a combattere in guerra – vengano condizionate dall’occupazione tedesca. Si passerà infatti da un’esistenza ancora “lontana” dalla guerra fisica, alla convivenza forzata con i soldati tedeschi.
Articolo a cura di Sara Erriu