Un saggio filosofico per trovare la risposta ad alcune importanti domande


L’arte di cambiare. Da bisogno a desiderio dell’altro“, scritto da Enrico Valente, è un saggio nel quale – grazie anche al contributo di illustri filosofi come Nietzsche, Schopenhauer, Leopardi, Sartre e Levinas – viene indagato il tema del desiderio, evidenziandone la profonda divergenza concettuale rispetto al bisogno.

Il discorso ruota costantemente intorno ad alcuni temi che interessano l’uomo, come l’amore, il piacere, il sacrificio e il dolore, la cui esistenza, secondo la visione esistenzialista, è umanismo, nel senso che non è pensabile concepire l‘uomo come qualcosa di dato, di assoluto, ma come un ente in continua formazione, perpetuamente plasmato dai desideri, dai bisogni, dalle paure, dalle speranze e dall’esito di una progettualità, che non può avvenire se non in relazione con l’altro uomo.

L’opera è divisa in tre parti: nella prima viene introdotto il concetto del piacere nelle due principali forme esperibili dall’uomo, il piacere dei sensi che mette l’uomo in relazione con le cose, sospende l’indipendenza individuale; e il piacere da autoaffermazione che, al contrario, mira a consolidarla.

La seconda parte ha come tema principale l’amore quale condizione che più di ogni altra è in grado di provocare laceranti conflitti interiori, tra il bisogno di fusione con la persona amata e il bisogno di preservare l’autonomia e le prerogative individuali. All’interno della stessa, inoltre, viene illustrato come proprio la liberazione dal bisogno d’amore diventi essenziale per l’instaurazione di un rapporto autentico e produttivo.

Nella terza e ultima parte si entra invece nel cuore dell’opera, distinguendo il concetto di bisogno, quale condizione che, mirando a garantire certezze e stabilità, tende a congelare il proprio essere, preservandone l’essenza e il desiderio che, all’opposto, date le sue qualità trascendentali, scruta l’indefinito e schiude orizzonti di cambiamento.

Il volume, nonostante tratti di questioni “universali” in chiave filosofica, grazie al suo linguaggio semplice, è adatto a chiunque.