Le assaggiatrici è un romanzo pulsante che racconta la seconda guerra mondiale dal punto di vista di una giovane donna berlinese non nazista


Quante persone avrebbero voluto avvelenare il Führer? Tante. Quante lo avrebbero potuto fare realmente? Questo non si poteva prevedere. Come non si poteva correre il rischio. È così che l’autunno del 1943 Rosa Sauer e altre nove donne scoprono il destino che le attende. Diventano le assaggiatrici, le «cavie» di Hitler, rischiando ogni giorno di morire, a ogni pasto.

Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018) di Rosella Postorino, recentemente trasposto anche in una versione cinematografica (leggi qui), è ispirato a una storia vera.

La scelta di raccontare questa storia arriva nel 2014, quando Rosella Postorino legge su un giornale italiano un trafiletto che informava della storia di Margot Wölk, l’ultima vera assaggiatrice di Hitler.

«Il desiderio di fare ricerche su di lei e la sua vicenda fu immediato. Qualche mese dopo – scrive l’autrice nelle note al romanzo – riuscii a trovare il suo indirizzo a Berlino, con l’intenzione di scriverle una lettera per chiederle un incontro. Ma appresi che era morta da poco. Non avrei mai potuto parlarle, né raccontare la sua storia. Potevo provare però a scoprire perché mi avesse colpita tanto. Così ho scritto questo romanzo».


La protagonista è una tedesca non nazista

La protagonista de Le assaggiatrici è la giovane berlinese Rosa Sauer. Dopo essere fuggita da Berlino a causa dei bombardamenti – il marito è impegnato a combattere sul fronte russo – viene ospitata dai suoceri a Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta.

Senza rivelare troppo della trama, che deve essere gustata poco per volta, possiamo dire che questo romanzo ha la capacità di mantenere lungo le pagine una tensione sottile e continua che non può lasciare indifferenti. Rosella Postorino ha costruito una storia intensa e drammatica che pulsa, una narrazione che riesce a rendere viva ogni scena.


«Nel fragore assillante delle esplosioni i nostri corpi sbattevano, si attorcigliavano, scivolavano, mentre le pareti tossivano calcinacci. […] Eravamo sordi e ciechi, la polvere ci aveva cambiato i lineamenti, ci aveva resi estranei persino ai genitori»


La realtà storica incontra le vicende sentimentali

Non solo racconto di guerra e bombardamenti. Le assaggiatrici alterna la crudezza della realtà storica con il racconto di vicende sentimentali e relazionali che si vengono a creare all’interno della mensa e della caserma di Krausendorf.

In quell’ambiente forzato, nonostante siano tutte riunite per lo stesso compito, le assaggiatrici intrecciano alleanze e rivalità. Tra di loro, come recita un passaggio del libro, si creano «fratture e avvicinamenti con la stessa inesorabilità con cui si muovono le placche terrestri». E Rosa non sarà immune.

Anche se ognuna deve vivere l’esperienza con la consapevolezza che ogni pasto potrebbe porre fine alla sua vita, ci sarà chi si schiera dalla parte di Hitler.


«Lo sappiamo che hai fatto gli studi in città. Tanto adesso stai qui a mangiare proprio come noi: piatti buonissimi, per carità, conditi giusto con un filo di veleno»


Le assaggiatrici racconta «un’epoca amputata che ribalta ogni certezza e disgrega famiglie»

Al di là di amicizie e rivalità femminili, in Le assaggiatrici non mancano storie d’amore che fanno riflettere su come la guerra finisca per sconvolgere anche gli equilibri interiori e famigliari. «Quest’epoca amputata ribaltava ogni certezza, disgregava famiglie, e storpiava ogni istinto di sopravvivenza», si legge nel libro.

A rendere la narrazione più dinamica, la scrittura di Rosella Postorino compie diversi salti temporali che, senza disturbare, ripercorrono il passato di Rosa e faranno conoscere il suo destino dopo la fine della guerra.

Ciò che distingue Le assaggiatrici da qualunque altro libro che tratta lo stesso periodo storico è la scelta di raccontare in modo unico e molto vivido le principali emozioni che la guerra esalta: la paura, il dolore per la perdita, la speranza che a poco a poco perde il suo vigore, proprio come la luce di una candela. Il tutto attraverso la vita di una donna tedesca non nazista, a cui è difficile non affezionarsi.

Le assaggiatrici (il libro è disponibile qui, l’audiolibro qui) ha riscosso un grandissimo successo in Italia e all’estero. È stato tradotto in oltre trenta lingue e ha vinto diversi riconoscimenti tra cui il Premio Campiello 2018, il Premio Rapallo, il Premio Chianti.

Recensione a cura di Sara Erriu

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