L’umanità alle prese con un’epidemia globale senza precedenti e lo ristabilire di un ordine sociale per tornare alla normalità


“E se un intero, radicato ordine sociale venisse distrutto in un solo colpo?”. Con queste parole Stephen King descrive uno dei suoi tanti capolavori “L’ombra dello scorpione – The Stand ”: una trilogia pubblicata per la prima volta nel 1978 e ambientata in un utopico futuro nel quale l’umanità è martoriata da un’epidemia globale senza precedenti.

Non vi suona familiare? Tanti sono i parallelismi che la pandemia da Covid-19 che ci attanaglia dal 2020 e con cui, dopo anni, dobbiamo fare ancora i conti: nei libri è Capitain Trips il virus letale che semina morte tra la popolazione mondiale, un morbo sfuggito a un segretissimo laboratorio.


I sintomi, poi lo sterminio

Febbre alta, ghiandole che si gonfiano e delirio sono i sintomi principali. Senza freno la sua contagiosità perché si trasmette da un organismo a un altro anche con il minimo contatto. Un accenno di miglioramento all’apice della malattia, per poi subire una morte dolorosa, senza scapo.

Il 90% delle persone è stato sterminato, eppure, qualcuno è riuscito a sopravvivere a questa carneficina: i pochi superstiti, sparsi in ogni angolo della Terra, si riuniscono e cercano di ristabilire un ordine sociale per tornare alla normalità e andare avanti, dando vita a una nuova generazione. Ma si ritroveranno intrappolati in uno scontro più grande di loro: la lotta eterna tra le forze della natura, dove dovrà scegliere se perseguire il Bene e appoggiarsi a Mother Abagail, una veggente ultracentenaria, oppure seguire le orme dello spaventoso Randall Falgg, il Signore delle Tenebre.


Stephen King: una garanzia

Una storia avvincente e più che mai attuale. Dove una pandemia fa sbandare l’umanità, tra paura e spirito di sopravvivenza, perdendo di vista i propri valori e i propri principi. Una condizione estrema dove emergono i lati più oscuri dell’animo umano, ma anche il coraggio di affrontare le tenebre. Tre libri in cui il “maestro del brivido” riesce ancora una volta a incollare il lettore fino alla 1173esema pagina.

Una lettura scorrevole e coinvolgente che non stanca grazie alla brillante scrittura di King e alla sua capacità di costruire interi mondi, fin nei minimi dettagli, usando solo le parole.

Recensione a cura di Clarissa Montagna