Dieci donne uniche – da Santa Caterina da Siena a Moira Orfei, dalle sorelle Brontë a Madonna – raccontate dal taglio narrativo (anche vocale) di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri


“Morgana è la casa delle donne fuori dagli schemi. Donne controcorrente, strane, pericolose, esagerate, stronze e a modo loro tutte diverse e difficili da collocare. Donne che vogliono piacersi e non compiacervi, un po’ fate e molto streghe, belle e terribili insieme”

Dalla scrittura e dalle voci di Michela Murgia e Chiara Tagliaferri, è nato un progetto che intreccia tre medium diversi: la lettura su carta, in digitale e in podcast.

Morgana racconta di dieci donne rivoluzionarie, dipinte dal sapiente taglio narrativo di due grandi autrici, che hanno suggellato in questo progetto multimediale, personaggi femminili non solo esemplari, ma che si sono distinti per la loro vena ribelle.


“Le Morgane di questo libro sono efficaci ciascuna a suo modo nello smontare il pregiudizio della natura gentile e sacrificale del femminile. Le loro storie sono educative, non edificanti, disegnano parabole individuali più che percorsi collettivi, ma finiscono paradossalmente per spostare i margini del possibile anche per tutte le altre donne”

Rappresentate da una madrina d’eccezione, la Morgana del ciclo arturiano, “sorella potente e pericolosa del ben più rassicurante re dalla spada magica”, prendono corpo le sorelle Brontë, Angelina Jolie, Moira Orfei, le donne di Game of Thrones, Santa Caterina da Siena, Madonna, Margaret Atwood e molte altre donne che si sono distinte nella loro atmosfera storica, scardinando anche gli schemi della donna emancipata e femminista come la intendiamo oggi.

Come spiega la stessa Tagliaferri in un’intervista per Il Corriere della Sera: “Le Morgane hanno parabole individuali e cammini solitari. Compiono gesti eversivi come atti di vendetta o riscatto e facendolo ridefiniscono i parametri della società rendendoli percorribili per tutte”.

Il destino di Santa Caterina era un buon matrimonio e lei prega che la peste le deturpi il volto perché la sua bellezza è il limite alla sua libertà. Quando le consegnarono il Premio Pritzker, chiesero a Zaha Hadid di dire qualcosa in favore delle femministe arabe. Rispose che il solo modo per affrancarsi era il talento. Per Vivienne Westwood il miglior accessorio è un libro: la conoscenza rende ribelli. Moana fece del desiderio un mestiere individuando la schiavitù in una che, casalinga, doveva essere per forza. Le sorelle Brontë si vestivano da uomini per pubblicare i loro scritti. Le Morgane fanno cose che spaventano” considera l’autrice.

Infine, per Michela Murgia – intervistata per La Repubblica – ciò che lega le donne di Morgana è: “Il fallimento, le crepe. Non partono da storie edificanti, ma rappresentano storie di riscatto. Non c’interessano i buoni sentimenti, ma i sentimenti che abbiamo tutti e che non sono quasi mai buoni. Credono nel talento come unica arma di emancipazione possibile. È questa l’unica rivoluzione possibile”.