Un breve romanzo epistolare, una sorta di diario personale in cui sono conservate 46 lettere per Mandorla, la bella che ha stretto il cuore di L. in una morsa senza interruzione. 


Ora che il tempo non vola più” di Lorenzo Arrais è un breve romanzo che ha molto dell’intimo. Intimo è il modo in cui L. ama Mandorla, la ragazza fuggente a cui sono destinate le lettere scritte, presumibilmente, ad ogni ora del giorno. Intimo è il dolore, la paura che L. prova verso il futuro, verso il cambiamento, che sembrano così impossibili senza l’amata.


La paura, la rabbia, il senso di smarrimento di fronte ad una relazione (chiusa)…

Mandorla, durante il tempo della narrazione, non esporrà mai le sue considerazioni, il suo punto di vista. Ma il suo silenzio cela tutto e niente attraverso il lamento di L. Sì, perchè il romanzo comincia e si conclude con delle lettere, con il canto libero che il protagonista compone a seguito della rottura del rapporto con Mandorla. Si tratta quasi di un monologo a senso unico, che lascia trapelare, a poco a poco, dettagli circa la relazione, ora chiusa, con l’amata.

La separazione viene percepita dal protagonista come dolorosa, paurosa, terribile, consumata in una casa in cui ogni angolo parla e porta con sè il ricordo, l’anima della ragazza che ha chiuso (forse per sempre) la relazione avuta con L.

Ciò che il protagonista prova è anche rabbia, desolazione, smarrimento. Perchè il ricordo, come il desiderio di un riconciliamento, è forte, molto forte, indistruttibile. Eppure Mandorla non torna e forse non leggerà mai le lettere che il suo ammiratore le scrive con continuità, persistenza.


Il romanticismo chiuso in un cassetto…

Dalle lettere destinate a Mandorla, c’è molto romanticismo, molto amore, ma anche autodistruzione, in quanto il protagonista finisce per crogiolarsi e portarsi un fardello dentro, che potrebbe durare all’infinito. In fin dei conti, ogni lettera di cui è composto il romanzo non ha una data: il supplizio potrebbe essere consumato nel giro di giorni, mesi o addirittura anni.


Senza un percorso logico…

Il romanzo, da quanto è facilmente intuibile, non ha una trama precisa, non segue un percorso ordinato e logico, di causa ed effetto; d’altronde, come è possibile riuscire a dare un senso ad un percorso – per il protagonista – mai concluso? Nonostante ciò il lettore rimane incollato alle pagine fino all’ultimo.  L’attesa, il bisogno di un “dunque” sono troppo intensi per essere messi in pausa.

 


Romanzo giovane e forse autobiografico…

“Ora che il tempo non vola più”, edito Bookabook, è un romanzo giovane, nonostante abbia un orientamento quasi “romantico”, nel senso storico del termine. Le metafore, i giochi di parole sono tanti e originali, molto attuali ed evocativi.

Lo scrittore stesso è molto giovane: L. Arrais, infatti, – classe 1994 – racconta l’esperienza amorosa che prova un ragazzo ai tempi dell’università, sensazioni, forse addirittura vissuti in prima persona.

Per il lettore non è casuale credere che le medesime lettere possano essere state scritte o pensate per una donna reale, di fronte alla chiusura di una relazione forse quasi mai accettata. Ma questo può solo essere una supposizione, che ci invita a scoprire qualcosa di più in una possibile intervista all’autore, il cui nome – forse non a caso – inizia con la lettera “L”, proprio come quella del protagonista di “Ora che il tempo non vola più”.


Valutazione finale: ★★★☆☆