Racconta la storia di una faina alle prese con la scoperta del mondo. Il libro iniziato a scrivere a 21 anni


Ha cominciato a scriverlo a 21 anni, a 27, con questo suo romanzo d’esordio, ha conquistato a sorpresa il Premio Campiello 2022. E’ Bernardo Zannoni ad aver ottenuto il punteggio più alto – 101 per l’esattezza – in uno dei concorsi più noti sul panorama letterario italiano. Il titolo che ha fatto innamorare la giuria e volato in vetta alla classifica I miei stupidi intenti (Sellerio).

Il libro presenta la storia di una faina che scopre il mondo, le sue verità e le sue menzogne. “Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola – si legge nella quarta di copertina -. Gli animali in questo libro parlano, usano i piatti per il cibo, stoviglie, tavoli, letti, accendono fuochi, ma il loro mondo rimane una lotta per la sopravvivenza, dura e spietata, come d’altronde è la natura. Sono mossi dalle necessità e dall’istinto, il più forte domina e chi perde deve arrangiarsi. È proprio intuendo la debolezza del figlio che la madre baratta Archy per una gallina e mezzo. Il suo nuovo padrone si chiama Solomon, ed è una vecchia volpe piena di segreti, che vive in cima a una collina. Questi cambiamenti sconvolgeranno la vita di Archy: gli amori rubati, la crudeltà quotidiana del vivere, il tempo presente e quello passato si manifesteranno ai suoi occhi con incredibile forza. Fra terrore e meraviglia, con il passare implacabile delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti”.


Zannoni: “Vengo dal nulla, non mi aspettavo la vittoria”

“E’ la mia prima opera pubblicata e ha già fatto un casino – commenta la vittoria l’autore ligure (di Sarzana) sul palco palco del Teatro La Fenice di Venezia -. Non me lo aspettavo, non mi sono nemmeno preparato un discorso. Grazie a chi ha creduto in me, vengo dal nulla, ho girato l’angolo giusto ieri. La coscienza è una dannazione, un vantaggio, ma bisogna salvare il salvabile prima di scomparire. Ho cominciato il libro a 21 anni. Volevo fare un romanzo su una volpe, le faine sono un po’ come le volpi, ma meno conosciute e così ho pensato: ‘perché non una faina? E’ più originale, meno scontata”.

A raggiungere il secondo posto La foglia di fico. Storie di alberi, donne, uomini (Einaudi) di Antonio Pascale. Cinquantaquattro i voti ottenuti, una distanza non indifferente dal primo posto. In questo libro lo scrittore si affida alle piante e dedica ogni capitolo a un albero per raccontare il desiderio di vivere e amare, la forza, la compassione.

Al terzo invece Elena Stancanelli con Il tuffatore (La nave di Teseo), che racconta la parabola di Raul Gardini che diventa il simbolo di una generazione scomparsa. Al quarto Fabio Bacà con Nova (Adelphi), e al quinto Daniela Ranieri con Stradario aggiornato di tutti i miei baci (Ponte alle Grazie). Le preferenze arrivate dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi sono state 270.

La serata finale, tornata nella sede storica del Gran Teatro La Fenice che aveva lasciato a causa della pandemia, spostandosi nel 2020 in piazza San Marco e nel 2021 all’Arsenale, condotta da Francesca Fialdini, ha visto la partecipazione di circa mille invitati con tra gli ospiti istituzionali il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro.


Gli altri premi

Nel corso della serata sono stati consegnati il Premio Fondazione Il Campiello alla Carriera a Corrado Stajano, 91 anni, che ha svelato in diretta che il suo libro più amato è ‘Il sovversivo’, la storia di un ragazzo anarchico ammazzato sul lungarno di Pisa. Il Campiello Giovani 2022 è andato ad Alberto Bartolo Varsalona per La Spartenza e il Premio Campiello Opera Prima a Francesca Valente con Altro nulla da segnalare (Einaudi).

Il premio Campiello quest’anno festeggia i suoi primi 60 anni e, per l’occasione, è arrivata una novità: Il Campiello dei Campielli, un nuovo riconoscimento per un’opera già premiata negli scorsi anni e che rappresenta e racconta la storia del premio. Il libro prescelto La Tregua di Primo Levi, vincitore della prima edizione nel 1963, “per l’importante testimonianza civile e per la straordinaria qualità letteraria dei suoi testi”. Levi vinse infatti anche nel 1982 con Se non ora quando. In collegamento video durante la premiazione anche la senatrice Liliana Segre.

Foto di copertina: Ansa.it