Spare, la discussa autobiografia del principe Harry che rivela dal suo punto di vista la tormentata vita a Palazzo
Spare è il libro autobiografico del principe Harry (scritto con la collaborazione di JR Moehringer), che al 21 gennaio scorso, come riportato da Repubblica, ha battuto anche Collen Hoover e il suo It starts with us. Il rapporto, in termini di copie vendute, era 100 a 27. Sorpresi?
Anche senza leggerlo probabilmente la risposta sarebbe un deciso ‘No’, ma possiamo dire che Harry e Moheringer hanno fatto un ottimo lavoro, perché hanno portato nelle pagine non solo il racconto di fatti e ricordi, ma anche le emozioni dei protagonisti.
L’incipit vede Harry in attesa di incontrare i principi William e Carlo, dopo la morte del principe Filippo: in quel contesto riaffiorano diversi ricordi, da quelli del nonno a quelli della madre, la principessa Diana. Ed è proprio da lì che si snoda “la trama”.
I limiti della monarchia
La biografia di Harry, uscita in Italia il 10 gennaio, ha un unico filo conduttore: l’avversione per la stampa, quella che non dà tregua, che distrugge, che ti incalza per uno scoop e può portare alla morte, come nel caso di Lady D e di un’amica del principe, celebre presentatrice tv, Caroline Flack, che non ha resistito alle pressioni e si è tolta la vita.
Il libro cattura, difficilmente annoia, e il lettore inevitabilmente è indotto a crearsi un’opinione della famiglia e a chiedersi: i reali sono stati troppo rigidi? Troppo fedeli al protocollo? Meghan e Harry sono stati trattati ingiustamente?
“Il pericolo” di schierarsi c’è, ma l’aspetto più preoccupante – per certi versi sorprendente – è constatare che nemmeno la regina è libera di agire senza il benestare dei propri collaboratori. Il vero potere è detenuto dagli uffici stampa dei vari membri reali, i quali si affrontano in duelli fatti di comunicati, smentite e conferme, alimentando dubbi e rivalità nella famiglia.
Un principe Harry bambino, ragazzo, poi adulto: la sua versione
La prima parte del libro contiene i ricordi di un principe bambino, che ancora non vuole rassegnarsi alla morte della madre; la seconda, invece, tratteggia il profilo di un ragazzo che sta tentando di trovare la sua strada e che non è ancora in grado di controllare le proprie emozioni sotto pressione.
L’ultima parte ritrae l’Harry adulto, ormai padre, che deve districarsi tra le minacce di morte e i litigi con il fratello.
Sosterrò sempre la regina, il mio comandante in capo, mia nonna. Anche dopo la sua morte. Per me il problema non è mai stata la monarchia, e nemmeno il concetto di monarchia. È sempre stata la stampa, e il rapporto malato che negli anni si è sviluppato tra i giornalisti e il Palazzo. Amo la mia patria, amo la mia famiglia e sarà sempre così. Avrei soltanto voluto che, nel secondo momento più buio della mia vita, tutti loro fossero stati al mio fianco.
Spare è accattivante. Leggerlo come si farebbe con un qualunque libro di fiction consente di lasciare la porta aperta ad altre interpretazioni dei fatti, considerando che quella del libro è una sola versione: quella di Harry.
Recensione a cura di Rossella Belardi