Le favole, si sa, raccontano storie che offrono insegnamenti ai più piccini, ma anche ai più grandi, a coloro che in diversa misura hanno perso la sensibilità a meravigliarsi, immedesimarsi in una storia, tanto da farla diventare parte di sè, e coglierne spunti per migliorarsi. 


Immaginiamo una clessidra, coi suoi granelli che, pian piano, si adagiano a terra, si consumano, fino ad evaporare, metaforicamente. Sono i secondi, i minuti, le ore. La clessidra, nella sua semplicità, ha un significato e un messaggio molto profondi. Dimostrano in modo chiaro la fisicità, la presenza del tempo, nonostante di fisico e materiale, il tempo non abbia nulla.

La caducità del tempo, in letteratura, ha avuto un grande fascino. E’ stata cantata in mille e più modi, eppure, questa condizione esistenziale è sempre lì, persistente e angosciante. Ancor di più oggi, con la frenesia, con il culto del “fare sempre di più”, in nome non si bene di cosa, dei soldi (solo di qualche spicciolo).

E proprio da questa tematica, è nata una favola moderna, scritta da due sorelle piemontesi Elisabetta e Monica Maruffo. Il libro si intitola “Tea e il salice ridente” e affronta ciò in modo diverso, più leggero, più esteso: porta le sue conseguenze, soprattutto sulle persone, su una bambina, che, data la sua tenera età, ha bisogno di maggior cura, di sperimentare. Eppure i suoi genitori sono vittime, alienate dal loro lavoro, dalla medesima mentalità del “fare sempre di più”, fino a ridursi la sera privi di energia per la figlia.


Fonte: www.ibs.it
Fonte: www.ibs.it

Cosa racconta Tea e il salice ridente?

La storia ruota attorno a una bambina, figlia di due genitori che, purtroppo, sembrano vivere in una dimensione fatta solo di lavoro, come molto spesso accade nelle famiglie odierne, che le vede impegnante più in una prospettiva di frenetica sopravvivenza, che di alternati e sani “doveri e piaceri”.

In questa cornice perciò, la piccola finisce per vivere la maggior parte del tempo con una tata, che le impedisce ogni divertimento all’aria aperta, per non rischiare di doverla ripulire da fango, terra o erba. Con tanti desideri inespressi, così, e senza libertà alcuna, la povera protagonista non può fare a meno di cadere in una situazione di noia, mista a tristezza.


Ma un giorno…

Un giorno apparentemente uguale agli altri, però, accade qualcosa di sconvolgente ed estraniante. Tea, seduta sul pulmino che la porterà a scuola, come ogni mattina, si troverà catturata da una specie di sogno. Dinanzi le si disegnerà un mondo fantastico, abitato da strane creature, che la accompagnano in un percorso a tappe attraverso la natura, un luogo che la piccola ha sempre desiderato conoscere, ma mai visto, a causa delle ristrettezze della sua famiglia. In questa singolare occasione, Tea potrà sperimentare la libertà e seguire il suo istinto, in un’avventura sfociante, poi, in un bivio, una scelta determinante.


Considerazioni finali…

Il volume, come il formato favola vuole, è composto da poche pagine – una sessantina per l’esattezza -, ma questo non significa che il messaggio e il contenuto siano miseri: al contrario, la storia è molto evocativa, così reale nella sua fantasia, così riflessiva, forse, addirittura più per adulti.

La questione di base, difatti, ruota attorno ai genitori della piccola Tea. Da loro dipende il destino della figlia. Sono loro che decidono di tenere lontana la bambina dalle curiosità, dalla libertà. Ciò, come è facilmente intuibile, non è dovuto ad un fattore prettamente caratteriale dei genitori, ma solo dal loro impegno lavorativo, che finisce per risucchiare tutte le energie dei due, e non riservarne alcuna per la giovane Tea.

La morale di questa favola, badate bene, non vuole condurre a imputare ogni colpa della “mancanza” dei genitori al lavoro; ma, da quanto ho potuto comprendere durante la lettura, la vera soluzione si riferisce alla qualità del tempo che i genitori dovrebbero dedicare alla figlia.

Questo libro, nella sua semplicità, emana un forte potere: quello di far riflettere, soprattutto gli adulti, del tempo che si dedica alla vita, e ai suoi ingredienti.


Valutazione finale: ★★★☆☆