Considerazioni
riguardo”Tempo di Libri”
Dal 19 al 23 aprile, si è svolta a Milano Rho, quella che sarebbe dovuta essere la nuova fiera dell’editoria italiana. Sto parlando di Tempo di Libri, una manifestazione organizzata da La Fabbrica del Libro, da Fiera Milano e dalle società di servizi dell’Associazione Italiana Editori, al fine di promuovere e far conoscere il mondo editoriale.
Innanzitutto, non bisogna trascurare che Tempo di Libri si è voluta presentare, fin da subito, non come una fiera comune, ma come un luogo di incontro, discussione e condivisione, dove lettori, scrittori, editori, librai, ma anche semplici curiosi, avrebbero potuto scoprire, affascinarsi e trascorrere del tempo immersi nel profumo della carta o tra gli e-book.
Gli eventi pensati per questa fiera erano moltissimi: interviste a grandi scrittori come Valerio Massimo Manfredi, Roberto Saviano, Roberto Piumini, Bruno Tognolini e molti altri, riunioni di esperti nel settore, presentazione delle varie forme di editoria, da quella tradizionale a quella digitale, incontri con editor, correttori di bozze, grafici, e altri operatori professionali che operano nel campo dei libri, il tutto condito ad hoc per incuriosire e arricchire bambini, ragazzi e adulti.
Nonostante il programma e l’entusiasmo iniziale però, a detta di molti, Tempo di Libri è stato piuttosto deludente. Sarà stata l’aspettativa di un clima, di un ambiente, la curiosità di scoprire qualcosa di davvero unico e originale, ad aver sviluppato un’impressione etichettatile come insufficiente. L’arredamento così simile, per non dire identico a quello del tradizionale Salone Internazionale del Libro di Torino, l’atmosfera per nulla accogliente e culturale, al limite del fastidioso e del commerciale, per non dire consumistico, hanno reso tale evento un vero e proprio flop.
A parer mio e di molti altri visitatori, esperti e non, la fiera milanese dell’editoria ha ancora molti passi da fare per poter competere con il Salone Internazionale del Libro. Solo con impegno e devozione, senza perdere di vista la vera missione che deve avere tale evento, ovvero la funzione di appassionare, infondere nei visitatori la voglia di leggere e di far comprendere la ricchezza che donano la lettura e la scrittura, Tempo di Libri può avere l’onore di essere chiamata “Fiera dell’editoria italiana”.
Sara Erriu