Tutti i nostri segreti è un romanzo che racconta di chi ha dovuto trasferirsi per garantire un futuro migliore ai propri figli. Una storia in cui si scontrano tradizione e bisogno di integrazione
Immagina di riuscire ad andare in pensione dopo trent’anni di duro lavoro. Di tornare nel tuo Paese di origine – tanto i tuoi figli sono ormai grandi – e goderti finalmente una casa accogliente. Una nuova vita. Il tuo sogno. Ma qualcosa va storto: in quell’abitazione di proprietà non hai nemmeno il tempo di stabilirti che vieni d’improvviso stroncato da un infarto. Tra quelle stesse mura tante amate.
Il tragico destino di Hüseyin, svelato nelle prime pagine di Tutti i nostri segreti (Fazi Editore, 2025) di Fatma Aydemir, colpisce a tal punto che non si può fare a meno di provare tenerezza per quest’uomo prima ancora di conoscerlo bene.
Il ritratto di una famiglia di origini turco-curde
Ma Hüseyin non è l’unico protagonista di questo romanzo familiare di fine Novecento. Nel corso della narrazione si compone a poco a poco il ritratto della sua famiglia di origini turco-curde, emigrata in Germania, ma mai riuscita a integrarsi completamente.
I suoi figli sono quattro: l’adolescente omosessuale Ümit, la coraggiosa e intraprendente Sevda; la trasgressiva ma sensibile Peri e Hakan, che non vuole seguire la strada dei genitori, ma desidera un futuro da artista. E poi c’è Emine, la moglie sofferente e tradizionalista di Hüseyin.
Tutti i nostri segreti – come rivela già il titolo – è un romanzo di verità e sentimenti soffocati. Di incomunicabilità familiare.
Nella sua famiglia ci si affronta così: con occhiate eloquenti e sguardi negati, con mille cose che non vengono mai espresse e di conseguenza rendono l’aria ancora più pesante, perché tutti sanno a cosa si riferisce il non detto e contro chi è rivolto. Il silenzio è l’arma di sua madre, così com’era l’arma di suo padre. Il silenzio è la colonna sonora della sua infanzia
Ma i silenzi spesso nascondono segreti inconfessabili e sensi di colpa che divorano. Verità dolorose che prima o poi verranno allo scoperto e spariglieranno le carte.
Tutti i nostri segreti in bilico tra tradizione e integrazione
Questo romanzo, tuttavia, allarga la sua trama. Riflette sull’incomunicabilità intergenerazionale, sulle difficoltà di far convivere tradizioni rigide e desiderio di integrazione e libertà. A comporsi è così un quadro complesso della società, in cui a soffrirne sono sia i genitori che i figli, sia i giovani che gli adulti.
Ci avete fottuti per via di certe idiozie che avete imparato chissà dove, dalle vostre madri e dai vostri padri, dai vicini di casa, nelle moschee, in televisione, le avete imparate e ce le avete inculcate a forza, anzi no, ci avete costretti dentro quei limiti come in una gabbia
L’integrazione è proprio un punto cardine di Tutti i nostri segreti. Qui emergono le problematicità di chi ha dovuto lasciare la propria terra per fare fortuna altrove compiendo “i lavori che nessun tedesco voleva fare”, di chi nel nuovo Paese ha dovuto fare i conti con il razzismo, di chi invece è cresciuto in quella nuova realtà e non conosce le proprie origini perché nessuno ne hai mai voluto parlare.
Un romanzo che descrive una famiglia intrappolata tra passato e presente, una famiglia scomposta in mille pezzi, ma che non rinuncia a voler trovare quella frattura che ha rovinato tutto.
L’autrice
Fatma Aydemir (1986) è una scrittrice nata a Karlsruhe, nell’ex Germania Ovest, da una famiglia di origine turco-curda. Ha esordito nel 2017 con Ellbogen, romanzo vincitore del Klaus-Michael Kühne-Preis e del Franz-Hessel-Preis, successivamente adattato in una versione cinematografica. Tutti i nostri segreti è il suo secondo romanzo, pubblicato in Germania nel 2022. Il romanzo ha vinto il Robert-Gernhardt-Preis e il Preis der LiteraTour Nord 2023, è stato finalista al Deutscher Buchpreis, il più importante premio letterario tedesco, ed è in fase di pubblicazione in diciassette paesi.
L’autrice presenterà il suo libro al Book Pride di Milano domenica 23 marzo.
Recensione a cura di Sara Erriu
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