Il racconto nero su bianco di una convivenza forzata con la malattia


E’ una storia di fragilità quella raccontata da Alessandra Cagnino in “Unica a mio modo, proprio come te“. Una storia vera di dolore, ma anche di grande speranza e rinascita. Aveva 17 anni Alessandra quando ha dovuto affrontare l’anoressia, una malattia che colpisce ancora molti giovani (non solo donne). La perdita dell’appetito, la chiusura in una “bolla”, la perdita di punti saldi nella propria vita, lo sport come ossessione: così la malattia ha ridotto l’esistenza di Alessandra.

Ho dovuto smettere per un anno intero di fare sport affinchè io potessi recuperare tutto quello che avevo perso. Riprendere anche solo mezzo chilo, per me, fu un miraggio” scrive la 22enne nel suo “diario dei pensieri”, che sancisce la promessa di una vita migliore.


A volte la determinazione non basta…

Il percorso di risalita non è stato semplice, ma si è rivelato necessario: “Nessuno nella vita può pensare di tornare indietro, ma si può lavorare, a denti stretti, su come ripartire” sottolinea Alessandra Cagnino nel suo libro edito Bacchetta Editore, ricordando la malattia che l’ha debilitata ormai 4 anni fa, ma che non l’ha condannata a vita: “Arrivare in palestra e non avere come obiettivo l’autodistruzione è sinonimo di come la mia malattia sia solo, ormai, un brutto ricordo“.

Ma se da una parte la strada verso l’uscita dal tunnel è stata frutto di grande determinazione e forza di volontà personale, Alessandra ci tiene a menzionare con una nota di commozione la migliore amica Vanessa come input determinante per la guarigione: “Condividere una malattia con qualcuno significa avere accanto l’esatta metà, quella metà che impedirà la tua caduta”. Sarà proprio durante un’uscita tra amiche che Vanessa assisterà in prima persona a un piccolo, ma enorme passo verso la riaccensione del senso del gusto e della voglia di mangiare dell’amica. Qui il racconto commosso di Alessandra Cagnino in un’intervista che abbiamo realizzato per dare un messaggio di speranza a chi ancora soffre di anoressia.


La scrittura come atto di liberazione…

In questo “viaggio di sola andata”, l’autrice non può non ringraziare il potere della scrittura, che l’ha travolta: “Mi avvicino alla scrittura decisa a gettare su carta tutto quello che nemmeno io sapevo di conoscere, di conservare. Mi avvicino alla scrittura come ne sentissi l’indomabile esigenza. […] Prendendo in mano la penna, per la prima volta, non sapevo da dove cominciare; inizialmente meditavo molto sul tono da regalare alle mie parole, per poi capire che se avessi davvero voluto arrivare al cuore della gente, avrei dovuto far parlare il mio cuore”.

Non è stato semplice raccontare la propria storia: riaccendere vecchie ferite, far bruciare quella “cicatrice sul cuore”, ma Alessandra non si è abbattuta, ha messo a nudo la sua esperienza di anoressica “nella viva speranza che, un giorno, la prossima generazione non debba affrontare quello che io, invece, ho affrontato”, conclude l’autrice di Unica a modo mio, proprio come te, titolo che non può non richiamare con voce il principio di essere uniche, “perfette nelle proprie imperfezioni“.


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