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Quando da una frattura alla caviglia nasce “Via col Vento” di Margaret Mitchell: il principio (inaspettato) del romanzo

L’incredibile storia di uno dei romanzi e dei film più amati


E’ stata una frattura alla caviglia a offrire le premesse per la scrittura di uno dei romanzi (e delle trasposizioni cinematografiche) più noti della storia della letteratura contemporanea. E’ proprio a causa di un lungo periodo di assoluta immobilità necessari alla guarigione (e per sfuggire alla conseguente noia) che Margaret Mitchell comincia a scrivere Via con vento, l’unico suo romanzo che viene pubblicato, ma che ha riscosso un successo tale da fare eco ancora oggi.

Non è un caso se, recentemente, lo stesso capolavoro sia stato ripubblicato per Neri Pozza in una nuova edizione integrale e ritradotta. La novità, che poi sarebbe più un ritorno alle origini, risiede proprio nell’aver adattato il testo trovando il giusto equilibrio tra rigore filologico e aggiornamento di linguaggio: la precedente traduzione italiana infatti era vittima dell’autarchia linguistica imposta dal fascismo. Saranno Annamaria Biavasco e Valentina Guani a compiere il grande lavoro di ritraduzione che ha comportato una crescita esponenziale delle vendite di Via col vento.

Ma ritorniamo a Margaret Mitchell: è con il personaggio principale del libro, Scarlett O’Hara – Rossella nell’edizione italiana -, che l’autrice esprime la sua personalità ribelle, appassionata, testarda, perdutamente innamorata di un uomo che non avrà mai. Lo sfondo del romanzo è la Georgia, prima, durante e dopo la Guerra Civile.


Un successo inaspettato

Impiegherà tre anni a concludere l’opera di circa mille pagine (nel 1929), destinata a rimanere relegata in un cassetto per alcuni anni. Sarà solo nel ’36 che il romanzo vede la luce, con un successo inaspettato: in sole quattro settimane vende quasi 180mila copie, in sei mesi un milione, e per venti mesi consecutivi Via col vento rimane in cima alle classifiche dei bestseller.

L’immediato clamore non fa altro che scatenare le trattative per realizzare, a partire dal libro, un film di quattro ore e mezzo, destinato a vincere dieci Oscar e a incassare più di ogni altro film della storia, ma Margaret Mitchell si rifiuterà di collaborare alla trasposizione cinematografica del suo romanzo.

Sarà poi nel dicembre del 1939 che, come scrive Il Post poco più di duemila persone presero posto tra le poltrone del Grand Theatre di Atlanta, in Georgia, e videro per la prima volta Via col vento, un film di cui si parlava da anni. In vista di quell’anteprima, il governatore della Georgia aveva addirittura proclamato tre giorni di festa nazionale e chiesto ai cittadini di accogliere nel miglior modo possibile le star del film, che attraversarono la città in una parata di quasi dieci chilometri.


Una storia da record

Via col vento si rivela una colossale impresa cinematografica: nelle sue quasi quattro ore di durata ha raccontato senza alcuna omissione o modifica il popolarissimo romanzo omonimo di oltre mille pagine, e per realizzarlo sono stati necessari molti fondi, tanto da essere considerato uno dei film più costosi di sempre.

Il grande successo indusse anche gli editori a chiedere all’autrice di scrivere un seguito di Via con vento, ma ogni proposta è stata rifiutata. Tale decisione, tuttavia, non ha minato la sua notorietà: nel 1937 riceve il prestigioso premio Pulitzer, nel 1938 è candidata al Premio Nobel per la letteratura.

Ma se quella frattura alla caviglia le portò “fortuna”, purtroppo altre le costarono la vita: a soli 49 anni Mitchell morì cinque giorni dopo essere stata investita: la sera dell’11 agosto 1949, attraversando un incrocio, un tassista fuori servizio e ubriaco la investe, mettendo fine anche alla sua carriera, ma non certo al suo prestigio.