Cara Giulia. Cosa ho imparato da mia figlia è la lettera toccante del padre, un appello di sensibilizzazione rivolto ai giovani, alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni


Ha sempre voluto condividere il proprio dolore davanti agli schermi di tutta Italia e a milioni di persone. Il suo obiettivo: non ridurre la morte della figlia solo a un numero, l’ennesima donna vittima di femminicidio. Oggi la battaglia di Gino Cecchettin è espressa anche in un libro, si chiama Cara Giulia. Cosa ho imparato da mia figlia, edito Rizzoli.

Il libro è una lettera, l’appello potente di un padre alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. “Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico – scrive Gino Cecchettin alla figlia che è stata uccisa dall’ex fidanzato -. Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande”.

Questo libro, che è anche una riflessione sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società, è parte di un progetto più ampio: finanzierà la Fondazione per la lotta alla violenza di genere che sarà attivata nel nome della studentessa di Vigonovo, uccisa nel novembre scorso dall’ex fidanzato.

Qui si può leggere un estratto del libro.