Sono libri di grande valore che sono stati oggetto di furti su commissione. Le indagini dei carabinieri hanno permesso di ritrovarli. La mostra Liber li espone al Palazzo Ducale di Genova


Pagine rubate e ritrovate. Ancora pochi giorni per visitare una mostra singolare che è stata allestita a Genova, negli spazi del Palazzo Ducale. Protagonisti di Liber sono i libri che negli ultimi cinquant’anni sono stati oggetto di furti su commissione per la loro rarità, le caratteristiche fisiche, il contenuto, il valore economico. Ma poi ritrovati grazie alle indagini dei carabinieri specializzati in tutela e patrimonio culturale di Genova.

La mostra, visitabile fino a venerdì 15 marzo, espone una notevole varietà di volumi a stampa e manoscritti dal XIV secolo al XX secolo. E’ possibile visionare documenti d’archivio, volumi a stampa di argomento geografico, naturalistico o scientifico, con un ricco apparato decorativo, a volte acquarellato a mano, opere tecniche con xilografie e calcografie che rappresentavano la manualistica dell’epoca, testi editi in varie lingue e alfabeti, antifonari miniati. Complessivamente, sono trenta le opere, i volumi a stampa e i manoscritti presenti.

Nella mostra sono presenti volumi che hanno nell’eleganza e nella preziosità delle loro legature il motivo principale di interesse, così come edizioni rare, di cui si conosce un numero di esemplari ormai molto limitato.

Tra le opere un frammento di pagina miniata del XIV secolo, asportato dai registri dei Procuratori di San Marco conservati nell’Archivio di Stato di Venezia, oltre un incunabolo del 1482 che rappresenta la prima edizione a stampa degli Elementi di geometria di Euclide, e un libro che riporta la preghiera del Padre nostro in oltre 150 lingue e alfabeti diversi. Questa rappresenta l’occasione per poter osservare dal vivo beni di grande valore, che solitamente non sono visibili al grande pubblico.

La mostra è prodotta da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura su proposta del Nucleo carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Genova, con la collaborazione scientifica della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria e l’Università di Genova e il supporto di Regione Liguria e Comune di Genova.