Oliver Twist è un orfano nella Londra di inizio Ottocento. Una favola realistica che commuove e indigna a oltre centottant’anni dall’uscita


Le avventure di un orfano nella Londra ottocentesca. Oliver Twist di Charles Dickens è una storia di grande crudeltà, dove alla fine però trionfa il bene. Una favola dotata di realismo che continua a emozionare a oltre centottant’anni dalla prima pubblicazione.

Leggendo il romanzo, ed entrando tra le cupe vie londinesi, è difficile non provare tenerezza per Oliver, “il trovatello del Comune destinato a transitare per il mondo a sberle e scapaccioni, disprezzato da tutti, compatito da nessuno”.

Un bambino che si trova a desiderare solo la morte, pur di uscire da quell’inferno che è l’orfanotrofio. Ma non sa che all’uscita la sua vita sarà ancora più pesante.


“Non faceva altro che piangere amaramente per tutto il giorno; e quando la lunga e sgomentante notte si presentava, lui si metteva le manine davanti agli occhi per non vedere il buio, e rannicchiato nell’angolo cercava di dormire, svegliandosi di tanto in tanto di soprassalto tutto tremante e stringendosi sempre più al muro, come se perfino il sentire quella fredda superficie dura fosse una protezione nelle tenebre e nella solitudine che lo circondavano”


Un romanzo sociale di cui “c’era un gran bisogno”

“Tratteggiare un gruppetto di associati nel delinquere così come realmente esistono – espresse Charles Dickens nella prefazione al libro – mi parve sarebbe equivalso a tentare qualcosa di cui c’era un gran bisogno, e che sarebbe stato utile al servizio della società”.

Oliver Twist si può definire uno dei primi esempi di romanzo sociale, genere letterario di inizio Ottocento che racconta i ceti bassi, la povertà, la criminalità, denunciando situazioni di ingiustizia e abuso. Dello stesso genere saranno anche i successivi: David Copperfield (1849-1850), Tempi difficili (1854), Grandi speranze (1860-1861), Canto di Natale (1843 – qui la recensione dell’audiolibro).

Con tratti autobiografici e di contesto storico-sociale, i romanzi di Dickens ripropongono le atmosfere inglesi da lui vissute, le disumane condizioni di lavoro a cui erano soggetti anche ragazzi e bambini, le problematiche del tempo, combinando serietà e leggero umorismo.

Non solo delinquenza, abbandono e sfruttamento minorile però. Nella Londra dei bassifondi, Oliver riesce a trovare anche calore umano. Sarà questa piccola fiammella nell’oscurità ad accendere nel lettore un barlume di speranza.

Come ogni favola che si conviene, la storia del giovane orfano insegna qualcosa. Che il bene ti può raggiungere anche se non sei in grado di distinguerlo (e cercarlo). Il giovane, in fin dei conti, non sa cosa sia l’amore, non avendolo mai conosciuto. Ma imparerà a scoprirlo a poco a poco, grazie a persone dal cuore grande.


Oliver Twist: una storia di grande successo

Questo romanzo d’appendice ha riscosso fin da subito un grandissimo successo. Viene pubblicato dal febbrario1837 all’aprile 1839 a puntate mensili e illustrate sulla rivista Bentley’s Miscellany, di cui Dickens era alla direzione. Nell’ultimo anno viene poi pubblicato in un libro in Inghilterra e nel 1840 in Italia.

Con una visione più d’insieme, oggi si può dire che questa storia ha ispirato film, nuove edizioni con adattamenti per ragazzi e rielaborazioni per il teatro.

Un successo che dimostra come a soli venticinque anni, la scrittura di Charles Dickens sia già molto matura. La trama, le descrizioni ambientali, la caratterizzazione dei personaggi: tutti questi elementi creano un quadro lucido e reale del tempo; una narrazione visiva in grado di far inorridire, spaventare, sperare e sorridere. Il tutto con una vena fiabesca che incanta.

“Oliver Twist” di Charles Dickens si può ascoltare anche in versione audiolibro (la trovi qui) e si può guardare il film sulla piattaforma Prime Video qui (link affiliato).

Recensione a cura di Sara Erriu