Quando le montagne cantano è un romanzo doloroso sulla guerra del Vietnam e il suo immediato dopoguerra, attraverso le lotte e le ferite (fisiche e interiori) di una famiglia


Le guerre separano. Le guerre uccidono. Quando le montagne cantano (Nord, 2021) della scrittrice vietnamita Nguyen Phan Que Mai racconta il dolore che ha causato il conflitto del Vietnam, che si è consumato tra il novembre del 1955 e l’aprile del 1975. Prima con gli occhi di una bambina che fugge con la nonna dai bombardamenti, poi facendosi sempre più cupo, disegnando un quadro multiforme che porta i colori della guerra.

Un romanzo toccante che si fa largo tra tensione, azione, attesa; con uno stile che sa essere dolce e drammaticamente realistico all’occorrenza. Ciò che prevale è sempre il coraggio; quello che si nutre di speranza e ha un obiettivo ben preciso: l’amore, la salvezza, il ricongiungimento (di un paese come di una famiglia).


La guerra, una famiglia spezzata

Al centro di Quando le montagne cantano si trova una famiglia spezzata tra chi combatte, chi aspetta la fine della guerra riparandosi, chi si allontana alla ricerca del marito.

Un romanzo familiare che si snoda tra salti temporali e generazionali, tra l’inizio e la fine della guerra. In una terra dove il verde degli alberi si tinge di sangue.


L’immediato dopoguerra tra traumi interiori e devastazione


Il 30 aprile del 1975 giunse la notizia che le forze nord-vietnamite avevano preso Sai Gon. […] Quel giorno segnò la fine di un bagno di sangue che aveva piagato il nostro Paese per quasi vent’anni, portandosi via tre milioni di persone e lasciando altri milioni senza una casa, con traumi, e con ferite tremendi


Se la paura e la distruzione prevalgono in una prima parte, in una seconda la devastazione e il trauma prendono il sopravvento. E saranno visibili negli occhi e nei corpi dei sopravvissuti.

Il ritorno alla normalità non sarà immediato, piuttosto un percorso lento e doloroso. Per tornare a godersi gli affetti e riscoprire la serenità di stare in famiglia occorre abbassare il volume delle urla nella propria testa per far spazio alle risate odierne. Ma non è facile come premere un bottone.


Mi aspettavo di vedere i segni della vittoria e invece, ovunque mi voltassi, trovai solo distruzione. Gran parte della mia bellissima città era ridotta in macerie. Avevano bombardato Kham Thien – la mia strada – e il vicino ospedale Bach Mai, dove un tempo lavorava mia madre. Quando poi tornai nella mia classe, la trovai vuota, senza nessuno dei miei quindici compagni


Un romanzo di forte impatto emotivo

Quando le montagne cantano è un romanzo che si insinua lentamente tra le corde delle emozioni. La sua scrittura appassionante ha una straordinaria capacità di descrivere episodi, pensieri e decisioni dei personaggi con una lucidità che immedesima e commuove.

E’ impossibile rimanere indifferenti davanti al terribile racconto di chi in guerra ha lottato in prima persona e ha perso anche gli arti, ma anche di fronte a ciò che hanno dovuto affrontare (e vedere) i bambini. Nessuno è immune, la guerra costringe tutti a guardare in faccia la realtà, a cercare riparo in attesa della fine.

Recensione a cura di Sara Erriu

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