Una casa editrice e una community per conoscere autrici dimenticate e nuove storie


Se dico che Cristina di Belgiojoso è stata una principessa italiana vissuta nell’Ottocento cosa viene in mente? Una bella ragazza costretta a sposare un uomo che non ama e continuare a vivere all’ombra del marito? Ecco, se pensiamo a questo è meglio resettare il pensiero perchè siamo proprio fuori strada e, molto probabilmente, vittime di un modo di pensare precostituito.

Cristina di Belgiojoso è stata una giornalista, una patriota molto attiva durante il Risorgimento italiano oltre grande scrittrice. Ha avuto la possibilità di andare a vedere con i propri occhi, e raccontare, gli harem da dietro le quinte, una realtà che nessun uomo aveva potuto descrivere nell’800.


Un libro per conoscerla

A parlarci della sua straordinaria vita, fatta di attivismo e grande spirito di iniziativa – tra le tante cose organizzò un battaglione per contribuire alle Cinque Giornate di Milano e diresse alcuni ospedali in un periodo di grandi scontri – è “La vita intima e la vita nomade in Oriente“, libro pubblicato da Women Plot, una casa editrice indipendente nata dal progetto della giovane scrittrice Erica Isotta.

Ma Cristina di Belgiojoso non è certo l’unica donna a distinguersi nel mondo della letteratura. E’ proprio per questo che Women Plot ha dato inizio alla sua battaglia, dal novembre scorso, per (ri)scoprire scrittrici che hanno inserito un tassello importante nel grande puzzle della letteratura italiana e non.

Ma oltre alle opere “riesumate” di grandi autrici del passato, come “Nel ventre di Napoli” di Matilde Serao, altro grande nome della letteratura con il suo racconto che descrive la vita della città campana con grande attenzione a usi e costumi di fine Ottocento, Women Plot dà voce a nuove penne femminili.


L’importanza del racconto

Ogni storia merita di essere ascoltata – spiega Erica Isotta -. Ogni storia ha la capacità di rappresentare qualcosa per se stessi, un aiuto per affrontare un periodo o una situazione non facile. In particolare, riscoprire autrici dimenticate è un’occasione per guardare da un’altra prospettiva la storia. Leggere temi meno attuali, scoprire la condizione della donna nelle varie epoche, ci fa conoscere il passato per sviluppare nuovi strumenti per interpretare la vita di oggi“.

Alla base della nascita del progetto di Women Plot, declinato nella casa editrice e in varie attività di connessione – book club, podcast e social – c’è il bisogno di colmare alcune lacune lasciate da scuole e università: “Come è possibile che a scuola non si studino autrici donne in letteratura italiana? In alcuni casi studiamo Grazia Deledda, Elsa Morante, ma è l’eccezione che conferma la regola. Alcuni mi ribattono dicendo che all’epoca le donne non scrivevano. Non c’è niente di più sbagliato” ci tiene a dire Isotta, sempre più determinata nel combattere stereotipi di genere, ancora incrostati nel modo di pensare comune.


Tematiche femminili importanti

Facilitare i contenuti e l’educazione attraverso tutti i canali è quindi il sentiero tracciato dal team di Women Plot, una squadra di una ventina di persone che seleziona e pubblica, oltre romanzi e storie di donne, anche saggi che propongono dati e tematiche femminili che necessitano ancora di essere assimilati nella nostra cultura. E’ il caso dell’aborto spontaneo che riguarda il 25% delle gravidanze: una percentuale non certo bassa, ma che spesso viene “scoperta” solo da chi ci passa realmente.

In “25%. Una donna su quattro” la stessa Erica Isotta senza tanti giri di parole si mette a nudo, racconta la propria esperienza, la condizione di isolamento che sono costrette a subire molte donne. Dietro un aborto spontaneo ci sono infatti paure, emozioni, conseguenze psicologiche importanti: perdere l’atteso figlio è un lutto affrontato troppo spesso in solitudine e silenzio. Silenzio e solitudine che Women Plot sta cercando di soffocare.

L’articolo è stato tratto dall’intervista che abbiamo organizzato su Instagram con Erica Isotta, fondatrice di Women Plot, la puoi vedere qui.