I libri che raccontano i manicomi sono tanti, eccone una selezione. Dalla testimonianza di Alda Merini a La ragazza interrotta, dall’esperienza di Sylvia Plath a L’altra Grace di Margaret Atwood


Ha rivoluzionato la cura psichiatrica in Italia, chiudendo definitivamente i manicomi nel 1978 con la legge che prende il suo nome. Nonostante siano passati cento anni dalla nascita dello psichiatra e neurologo italiano Franco Basaglia, la sua notorietà continua a echeggiare non solo nel mondo della psichiatria.

Anche se sono scomparsi da oltre quarant’anni fa, è bene non dimenticare quali luoghi dell’orrore furono i manicomi. E’ per questo che, in occasione di questo importante anniversario, proponiamo dieci libri (soprattutto romanzi), che raccontano l’esperienza vissuta all’interno dei manicomi, con alcuni esempi attuali che dimostrano come siano cambiate le terapie.


La campana di vetro di Sylvia Plath

la campana di vetro - sylvia plath

Fortemente autobiografico, La campana di vetro è il romanzo più noto della scrittrice e poetessa americana Sylvia Plath. All’interno la storia di Esther, una diciannovenne statunitense che – grazie a un premio – ha l’occasione di compiere un mese di praticantato a New York, in una nota rivista di moda. Oltre questa esperienza giovanile, ampio spazio viene riservato al ricovero della ragazza in un istituto psichiatrico degli anni Sessanta. Una storia che dà grande attenzione al tema del turbamento psicologico, al dramma della depressione che conduce Esther a tentare il suicidio; poi la reclusione nell’istituto psichiatrico e il percorso verso la riabilitazione, con l’utilizzo anche dell’elettroshock. Un cammino faticoso verso la rinascita che viene descritto con dovizia di particolari. Per saperne di più del libro, qui la nostra recensione.


L’altra verità. Diario di una diversa di Alda Merini

In L’altra verità. Diario di una diversa, Alda Merini si mette a nudo e ripercorre il suo ricovero decennale in un manicomio. Un alternarsi di orrore e solitudine, di incapacità di comprendere e di essere compresi, in una narrazione che nonostante tutto è un inno alla vita. In questa testimonianza diaristica, Merini descrive la vita nella clinica psichiatrica, tra elettroshock e autentiche torture. Un’opera difficile da digerire ma necessaria per comprendere la realtà dei manicomi.


Le gemelle che non parlavano di Marjorie Wallace

gemelle che non parlavano

Un’altra storia che racconta l’esperienza vissuta in un istituto psichiatrico è quella de Le gemelle che non parlavano della giornalista americana Marjorie Wallace. Il libro-inchiesta presenta la storia vera delle sorelle Gibbons (June e Jennifer), che sono state accusate di furto e incendio doloso negli anni Ottanta; per questo arrestate e internate a tempo indeterminato nel manicomio criminale inglese di Broadmoor. La loro storia è piuttosto singolare perché le due giovani di origini caraibiche, fin da bambine, hanno deciso di fare un patto di mutismo che le separasse dal resto del mondo. Qui la nostra recensione completa.


Pazze di libertà di Silvia Meconcelli

Pazze di libertà_Meconcelli

Un romanzo ambientato in un manicomio fascista. Silvia Meconcelli in Pazze di libertà descrive con meticolosità il luogo orribile dove viene rinchiusa Maria. Un luogo sporco, dove si rincorrono urla e allucinazioni, dove anche chi è sano, o semplicemente ribelle, viene rinchiuso. Sullo sfondo, un amore nato tra due ideologie contrastanti, consumato di nascosto sotto l’odio del fascismo, che sotterra anche l’amore familiare, la libertà e legami di amicizia. Un libro breve ma ricco, dove si incontrano sofferenza, attesa, ma anche speranza. Qui ne abbiamo parlato meglio.


L’altra Grace di Margaret Atwood

A parlare di manicomio è anche Margaret Atwood in L’altra Grace. Il romanzo ruota attorno a un grave fatto di cronaca nera avvenuto in Canada nella seconda metà dell’Ottocento: l’omicidio del ricco possidente Thomas Kinnear e della sua amante, la governante Nancy Montgomery. Imputata insieme a un altro servo, la sedicenne Grace Marks viene spedita in carcere e, sospettata di insanità mentale, in manicomio. A lungo oggetto dei giudizi contrastanti dell’opinione pubblica – propensa a vedere in lei ora una santa, ora una carnefice – la protagonista del romanzo può finalmente raccontare la propria vita al giovane dottore Simon Jordan. Nelle mani di Margaret Atwood, il dialogo che si instaura tra i due si trasforma nel ritratto psicologico di una persona due volte vittima del sistema sociale – in quanto povera e in quanto donna – e assurge a denuncia delle enormi contraddizioni di una società maschilista e tormentata da conflitti interni perché incapace di accettare l’«altro». Il romanzo ha anche ispirato la serie omonima su Netflix.


La ragazza interrotta di Susanna Kaysen

Facciamo un passo avanti nel tempo per comprendere come la terapia psichiatrica sia evoluta con gli anni: siamo negli anni Novanta. Il romanzo La ragazza interrotta di Susanna Kaysen racconta la storia della stessa autrice che, a diciotto anni dopo la visita di un medico, viene spedita in una clinica psichiatrica. Passerà i due anni successivi nel reparto adolescenti del McLean Hospital, noto per i suoi pazienti famosi (Sylvia Plath, James Taylor e Ray Charles, tra gli altri) e per i metodi all’avanguardia. La sua storia – raccontata con tono distaccato, a volte comicamente beffardo e sempre autoironico – riesce a trasmettere il senso di un’esperienza che in genere può essere compresa soltanto da chi l’ha vissuta per davvero. Da questo libro è stato tratto il film Ragazze interrotte con Winona Ryder e Angelina Jolie (visibile anche su Prime Video).


Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli

tutto chiede salvezza

Non è rinchiuso in un manicomio ma in uno stanzone d’ospedale Daniele, il protagonista di Tutto chiede salvezza di Daniele Mencarelli. Il giovane dei giorni nostri ha vent’anni quando si sveglia in un luogo che non conosce. Per lui è disposto un TSO: un trattamento sanitario obbligatorio, dopo che è stato colto da una crisi di rabbia molto violenta. Dovrà trascorrere qui sette giorni in osservazione, parlare con gli psichiatri, cercare di spiegare la sua visione del mondo… Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria: personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Qui la nostra recensione. Anche da questo libro è nata una serie Netflix omonima.


L’arte di legare le persone di Paolo Milone

arte di legare le persone

Lo psichiatra Paolo Milone ha lavorato per quarant’anni in Psichiatria d’urgenza. In L’arte di legale le persone racconta quello che ha visto. Nudo e pungente, senza farsi sconti. Con una musica tutta sua fa entrare dentro il Reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. Tra queste pagine così irregolari, a volte persino ridendo, si scopre lo sgomento e l’impotenza, la curiosità, la passione, l’esasperazione, l’inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di «guardare l’abisso con gli occhi degli altri».


Grande meraviglia di Viola Ardone

Infine, in Grande meraviglia di Viola Ardone, Elba non conosce altro posto che il manicomio. Viveva qui con la madre, prima che scomparisse. La sua crescita si sviluppa tra queste mura, compilando il suo “Diario dei malanni di mente”, e raccontando delle nuove arrivate in reparto, dei medici, delle infermiere. Sarà poi un giovane psichiatra, Fausto Meraviglia, a decidere di tirare fuori quella ragazza dal manicomio e di portarla con sè. Una storia dolce e a tratti divertente che racconta anche della Legge Basaglia.